Vorrei divertirmi un po’ con quel PD che ama gli slogan, le assonanze subliminali, gli ideali presi a prestito dall’opportunismo contingente della campagna elettorale. E nel tour di cui abbiamo già parlato nelle piazze di periferia, è stato creato un nuovo sito web www.chiamamiancoramilano.it, per coinvolgere iscritti e simpatizzanti e spiegare il messaggio politico contenuto nello slogan “Chiamami ancora Milano”, scelto a sostegno del candidato sindaco Beppe Sala per le prossime elezioni comunali. Li vedete i milanesi accorrere per telefonare, comunicare? E forse con la testa canticchiare “Chiamami ancora amore” di Vecchioni, “Chiamami sempre amore” E l’assonanza non credo sia casuale, ma volutamente evocativa. Rispondendo con le parole di Vecchioni “…Che questa maledetta notte, Dovrà ben finire…” Perché la riempirà la realtà di una società penalizzata, dimenticata, in affanno. E non sarà riempita di parole preparate ad hoc per blandire e prefigurare l’enfatizzazione di una grandeur in mente PD.
“Un cambiamento, prosegue il PD, che ha portato Milano ad affermarsi come modello internazionale, polo d’attrazione di talenti e capitali, a diventare più verde e più innovativa ma anche, forte della sua tradizione civica e solidale, una città inclusiva capace di guardare avanti senza mai lasciare indietro nessuno”. In sintesi: torna il vento che promette cambiamenti già strombazzato da Pisapia, un cambiamento peggiorativo da irritare buona parte dei cittadini che non si riconoscono nella “genialità” di questa amministrazione. Parafrasando Vecchioni e dedicato a Sala “Sogna, ragazzo sogna…E la vita è così forte che attraversa i muri per farsi vedere, la vita è così vera che sembra impossibile doverla lasciare”. Per dire che la verità della vita e le delusioni provocate dai tuoi fallimenti, non si cancellano con uno slogan.

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano