Gli effetti della pandemia cambieranno Milano e il suo hinterland. Nel corso del 2020 si è imposto il ricorso allo smart working, la città è stata vissuta in modo diverso e le disuguaglianze sono aumentate. E in futuro, superata la pandemia, l’utilizzo del lavoro da remoto sarà ben più diffuso rispetto al passato, coinvolgendo, secondo le proiezioni delle aziende, il 75% delle realtà industriali e dei servizi alle imprese nella città di Milano (erano il 43% prima dell’emergenza) e il 54% nell’hinterland (dal 20%). E’ uno degli aspetti affrontati nel corso dell’evento ‘Your Next Milano’, promosso da Assolombarda e Milano & Partners, in live streaming sul web-magazine di Assolombarda Genio & Impresa, con l’obiettivo di promuovere un’occasione di confronto e di riflessione sul futuro della città. In parallelo i dati sulla mobilità indicano tra febbraio 2020 e gennaio 2021 un livello costantemente superiore dei movimenti e della permanenza nelle zone residenziali (+15% negli undici mesi rispetto alla situazione pre Covid-19), mentre gli spostamenti per il tempo libero, lo shopping, la cultura e quelli per motivi di lavoro sono in forte riduzione (entrambi oltre -40%). Inoltre, al crollo dell’uso della metropolitana (-71% negli ultimi undici mesi) e dei movimenti a piedi (-60%), si contrappone una riduzione più contenuta del ricorso al mezzo privato (-40%), con una crescente congestione della città.
Milano si conferma, invece, città universitaria: crescono le iscrizioni di studenti internazionali negli atenei milanesi per l’anno 2020/2021 (+5,6%, pari a 5.400 studenti). La pandemia non arresta dunque il processo di internazionalizzazione del polo universitario milanese degli ultimi anni, che già l’anno scorso concentrava 14.600 studenti internazionali, con un’incidenza del 6,7% sul totale degli studenti iscritti. Dal lato delle imprese, Milano anche nel 2020 si distingue come catalizzatore di investimenti diretti ‘greenfield’ in Italia. In un contesto mondiale di diminuzione degli investimenti e in controtendenza rispetto all’Italia, Milano attrae comunque 51 progetti greenfield. Un dato inferiore al record del 2019 ma comunque superiore al 2018. Un risultato legato alla riconosciuta vocazione della città quale ‘knowledge economy’ specializzata nei servizi finanziari, nelle attività immobiliari e nei servizi alle imprese. Il 2020, però, è stato un anno in cui le diseguaglianze si sono amplificate: dai percorsi scolastici con la didattica a distanza e i rischi legati alla dispersione scolastica, al disagio psicologico connesso alla drastica riduzione della socialità, ai redditi. Milano, già prima della pandemia, si caratterizzava per un’aumentata polarizzazione e una crescente diseguaglianza nei redditi della popolazione (l’8% più elevato accentra il 41% dei redditi dichiarati nel 2018). (Adnkronos)
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