Ieri ennesimo Consiglio Comunale online senza la presenza del Sindaco Sala: nulla di nuovo sotto il sole, ormai ci siamo abituati. Peccato che ieri si parlasse di un fatto increscioso, il rave party organizzato sulla Darsena lo scorso sabato sera, che purtroppo ha danneggiato l’immagine di Milano in tutta Italia. Grazie a quelle immagini Milano è passata per una città di irresponsabili che trasgrediscono tutte le norme, quando invece la maggioranza dei cittadini è assolutamente autodisciplinata.
Sala in mattinata aveva come al solito fatto circolare un video sermone via social in cui dava la colpa ai milanesi dello slittamento in area arancione della città. Come se fosse un commentatore e non piuttosto il principale responsabile dei controlli e della tutela della salute dei cittadini.
La Vicesindaco Scavuzzo ha elencato com’erano stati distribuiti i vigili urbani in servizio, spiegando che la loro principale funzione era di presidiare i parchi. Ma questo accadeva di giorno.
Noi abbiamo invece posto delle domande molto semplici: perché la polizia municipale non ha sequestrato le apparecchiature musicali che qualcuno ha avuto addirittura il tempo di montare nella Darsena? Perché non si è intervenuti sulle decine di venditori abusivi che, come al solito, vendevano indisturbati alcolici? Perché, una volta appreso dell’assembramento, le 18 e le 23, le forze dell’ordine non sono intervenute? E infine perché se nella giornata di domenica è stato facile disporre transenne e controlli agli ingressi, non è stato fatto anche venerdì e sabato?
Ho contestato anche che i vigili fossero presenti ma per verificare il rispetto degli orari di chiusura degli esercizi pubblici dei Navigli.
L’unica risposta è stata che domani, mercoledì, ci sarà un tavolo sull’ordine pubblico con il Prefetto e il Questore: un po’ tardi intervenire quando i buoi sono scappati e la città è diventata arancione e chissà quanti nuovi contagiati ci sono fra i 2.000 partecipanti al rave party.
Ci sta bene che il sindaco faccia appelli alla prudenza, non è invece ammissibile che quando vi sono carenze nei controlli o inefficienze sparisca dai radar e lasci la patata bollente ad Assessori e altre autorità.
È una sua tattica di comunicazione, ma non abbiamo più intenzione di stare al suo gioco: mettere la faccia sulle tante cose positive che il privato e il Terzo Settore di questa città offrono, e magari prendersene i meriti, e poi, quando ci sono dei problemi reali, nascondersi e sfuggire alle critiche dell’opposizione. Per questo sono orgoglioso di avere firmato una mozione di censura che naturalmente il PD e compagni hanno bocciato con la loro maggioranza. Presto però saranno gli elettori a dare il loro giudizio.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.