Buon week end amici sportivi, prosegue a ritmi serratissimi questo irripetibile (speriamo, per moli aspetti ma non tutti…) campionato, e siamo già alla numero 25 con un nuovo turno infrasettimanale. Uno dei due anticipi, Lazio-Torino, come è noto, è saltato incredibilmente con le medesime motivazioni del caso precedente di Juventus-Napoli, e sembra seguirne lo stesso assurdo iter con l’assegnazione in prima istanza del 3-0 a tavolino per la Lazio, salvo poi accogliere il ricorso e decretare lo svolgimento dell’incontro in data da destinarsi. Nel frattempo la Juventus, che inaugura il turno con una vittoria sullo Spezia, maturata soltanto dopo oltre un ‘ora di gioco, si assicura così di non perdere terreno nei confronti delle milanesi, in campo tra mercoledì e giovedì.
A volte, si vince una partita cambiando qualcuno, o qualcosa, anche con un jolly inaspettato, come Bernardeschi. La sintesi di uno Juventus–Spezia terminato 3-0 , ma in cui i bianconeri hanno sofferto tanto, forse troppo. Sicuramente per almeno 60 minuti. Il calcio è comunque di chi fa gol, e almeno per una serata la Juventus nasconde (ma non elimina) certe magagne, rifilando tre gol a una squadra che per più di un’ora si era espressa sul campo meglio dei bianconeri. Alla Juventus però servivano solo i tre punti, per sopprimere un’emergenza di organico che anche stasera si è presentata come tale, con l’aggravante del ko di De Ligt, che nel riscaldamento ha dovuto lasciare l’incombenza a Frabotta. Pirlo mette una pezza in una serata che, a un certo punto, aveva davvero dato la sensazione di poter finire male e che invece un 3-0 rende fin troppo amara per lo Spezia, almeno per i valori visti in campo. Decisivo Bernardeschi dunque, con le due fughe che rompono la gara per i gol di Morata (64′) e Chiesa (71′). I record personali di Ronaldo si innalzano ancora con suo il sigillo finale (89′), poco prima del rigore parato da Szczesny a Gabinov nel recupero del recupero.
La sequenza di incontri del mercoledì inizia con Sassuolo–Napoli, una battaglia a viso aperto, dall’inizio alla fine. E quando c’è grande equilibrio, come spesso succede finisce in parità. Forse è più difficile raccontare come arriva questo pareggio. Con interventi del VAR, con 3 calci di rigore – uno al 90° e l’altro a tempo scaduto – e due pali a breve distanza del Sassuolo che, avanti 2-1 avrebbe forse già chiuso lì la gara. Invece ne viene fuori un 3-3 che entrambe, probabilmente, alla fine, avrebbero voluto evitare. Il Napoli, infatti, cercava i 3 punti per tenere il ritmo Champions; il Sassuolo per raddrizzare un 2021 che nelle ultime nove partite ufficiali, con questa, l’ha visto vincere solo una volta 2-1 sul Crotone. Il classico punticino che non soddisfa nessuno, certamente non gli spettatori imparziali che si sono goduti il match. Sassuolo e Napoli se la sono giocata proprio tutta, fino al triplice fischio.
A S.Siro, semaforo quasi rosso per il Milan contro l’Udinese in vantaggio fino al 95′. Clamoroso passo falso dei rossoneri, orfani di Ibrahimovic e Rebic, che si salvano soltanto a pochi secondi dalla fine con un calcio di rigore letteralmente regalato dall’Udinese, con un folle tocco di mano di Larsen. Sono i friulani a sbloccare il risultato al 68′ con Becao, a segno con un colpo di testa su corner di De Paul: determinante un’indecisione di Donnarumma che, ingannato dal tentativo di deviazione di Nestorovski, viene spiazzato in maniera piuttosto goffa. Per il difensore della squadra friulana si tratta del secondo gol in A: anche il primo l’aveva segnato contro i rossoneri alla prima giornata dello scorso campionato. La reazione dei rossoneri non c’è, la partita sembra finita ma al 96′ Stryger Larsen – forse leggermente sbilanciato da Leao – commette uno sconsiderato fallo di mano in piena area. Per Massa è rigore e Kessié non sbaglia. Con questo pareggio il Milan sale a -3 dall’Inter che, in campo giovedì sera a Parma, ha un’altra ghiotta occasione per allungare a +6 sui rossoneri, rafforzando la fuga.
Derby della Lanterna n° 123 a Marassi, Genoa–Sampdoria termina 1-1 proprio come all’andata, una partita in cui per entrambe le squadre l’importante, in fondo, era non perdere. Nel primo tempo è la traversa a negare il vantaggio al Genoa ribattendo il tiro-cross di Zajc e salvando un sorpreso Audero. La gara poi si sblocca al 52′, quando Zappacosta decide di mettersi in proprio sul lancio in profondità di Strootman, saltando due uomini per infilare sul primo palo un piattone potente e preciso. La risposta blucerchiata arriva a 15′ dal termine, con l’incornata vincente di Tonelli sugli sviluppi del corner battuto in mezzo da Candreva che vale il definitivo pareggio. Un punto a testa per consentire di fare un ulteriore passo in avanti verso l’obiettivo salvezza.
Importante successo in chiave Europa per il Verona di Juric, che archivia la pratica Benevento già nel primo tempo. Determinanti due errori grossolani del difensore di Inzaghi, Dam Foulon, subentrato a Letizia al 12’ per infortunio. Il belga prima lascia solo Faraoni che segna l’1-0 di testa su cross di Lazovic, poi trafigge Montipò con un clamoroso autogol, infine lascia il campo al 45’, richiamato in panchina dal suo allenatore. Nella ripresa tris di Lasagna, a segno per la prima volta con la maglia degli scaligeri. Verona a 6 punti dal sesto posto. Continua, invece, il periodo nero delle Streghe che non vincono dallo scorso 6 gennaio.
Prima di Cosmi sulla panchina del Crotone, e prima batosta: con questa Atalanta c’è poco da fare. La Dea torna a gonfiare le reti avversarie, trova la quarta vittoria consecutiva in campionato, riprende la Juve al terzo posto dopo la vittoria dei bianconeri con lo Spezia, e si presenta al meglio alla sfida di lunedì prossimo contro l’Inter: termina 5-1 al Gewiss Stadium. Un match iniziato bene per i nerazzurri, con gol in apertura di Gosens, ma che gli uomini di Gasperini si complicano con l’errore tra Freuler e Romero che manda in porta Simy per l’1-1. Il pareggio resiste fine all’intervallo, a inizio ripresa l’Atalanta prende il largo con le reti di Palomino, Muriel e Ilicic, in grande spolvero. Nel finale va a segno anche Miranchuk: trionfo nerazzurro, per Cosmi la strada è sempre più in salita. Da tenere d’occhio le condizioni di Djimsiti, rimasto in campo nonostante la rottura del setto nasale dopo gomitata di Riviere.
Al Sardegna Arena, nel ricordo di Davide Astori, sfortunato ex capitano della Fiorentina a tre anni dalla sua scomparsa, il Cagliari vince 1-0 contro il Bologna, col nuovo mister Leonardo Semplici al secondo successo su altrettante partite, salendo a 21 punti in classifica. A decidere la partita, l’incornata vincente di Daniele Rugani che al 19′ marca il suo primo centro in maglia sarda, ma che viene sostituito all’intervallo per guai muscolari. Niente da fare per Mihajlovic (ammonito nel finale per proteste), che alla vigilia aveva dichiarato, in vista della sua comparsa sul palco di Sanremo: “Canterò meglio insieme a Zlatan Ibrahimovic se batterò il Cagliari”. Purtroppo per lui, il suo Bologna, che si ferma a quota 28, ha decisamente steccato.
La Roma torna sul binario dopo il deragliamento contro il Milan. I giallorossi di Fonseca si lasciano alle spalle il bruciante ko interno di domenica sera, ed espugnano il Franchi superando la Fiorentina in una partita dalle mille emozioni. Il 2-1 finale a favore dei giallorossi è determinato da un gol in extremis di Diawara, l’ex “dimenticato” del centrocampo, decisivo su assist di Karsdorp a un minuto dalla fine. In precedenza aveva fatto tutto Spinazzola: gol al volo su lancio di Mancini e poi goffo autogol per tentare di liberare un centro di Biraghi. Gara complessivamente equilibrata, tra un primo tempo poco entusiasmante, una ripresa piena di colpi di scena e i cambi forzati per infortunio di Igor, Castrovilli e Veretout. Alla fine ad avere la meglio è la Roma, che ripropone la sua candidatura al quarto posto. E nonostante le polemiche e gli infortuni, i giallorossi sono sempre lì.
Il turno infrasettimanale lo chiude l’Inter giovedì in serata, affrontando il Parma al Tardini in un clima tanto sereno quanto guardingo, visti i precedenti con i ducali. E proprio la disperazione per un penultimo posto in classifica, forse anche l’orgoglio, ha dato al Parma una spinta in più per riuscire a mettere in difficoltà, a tratti, una difesa sempre più difficile da perforare. Quando anche ci è riuscito, era ormai tardi perché l’Inter era già avanti con la doppietta di Sanchez, ma va dato atto alla squadra di D’Aversa di averla giocata fino in fondo. Un primo tempo in cui l’Inter è apparsa leggermente sottotono, rischiando anche qualcosa quando Handanovic è stato costretto a sfoderare una delle sue migliori parate per opporsi ad una incornata sotto porta di Kurtic al 15′, stranamente libero dimenticato da Skriniar, che lo vede sbucare alle spalle. Scampato il pericolo, l’Inter bada a contenere gli emiliani attendendo le occasioni per lanciarsi nei micidiali contropiede di cui è capace, ma il Parma è attento e non concede granché. Lukaku ci prova di testa su ottimo cross di Perisic, ma pressato da un difensore manca il bersaglio. Pericoloso subito dopo il Parma con una spizzata di testa di Man su cross di Kurtic, palla fuori di poco, che pareva sorprendere Handanovic. Nella ripresa, l’Inter aumenta i ritmi e inizia a premere, arrivando al vantaggio al 54′ con Sanchez, lesto ad approfittare di un rimpallo in area e battere a rete. Inutile il disperato tentativo di Gagliolo, che ribatte quando il pallone aveva già varcato la linea di porta, come conferma poi la Goal Line Technology.
Passano appena 8 minuti, e lo stesso Sanchez raddoppia, servito alla perfezione dal solito Lukaku al termine di una delle sue poderose progressioni. Il Parma non si arrende, prova ancora a premere almeno per accorciare , e ci riesce al 71′ con Hernani che insacca al volo su ottima azione sulla sinistra e cross di Pezzella. Ma non basta, l’Inter controlla e cerca anche il terzo gol, andandoci vicino con Lukaku e Lautaro, entrato a 10′ dal termine in sostituzione di uno stanco (ma felice) Sanchez. Si gioca fino al 94′, e il fischio dell’arbitro sancisce l’allungo dell’Inter, alla sesta vittoria consecutiva, con 6 punti sul Milan secondo.
E’ tutto per la giornata, arrivederci alla 26a con gli anticipi di sabato 6 Marzo:
Spezia-Benevento, Udinese-Sassuolo e Juventus-Lazio.