E Letta sia: casual, disinvolto, con borraccia e nessun bicchiere di plastica, deciso a sposare un PD da rinnovare “Noi abbiamo vinto – sottolinea – quando abbiamo fatto coalizione. Quando siamo andati da soli abbiamo perso. Io parlerò con tutti, parlerò con il M5S di Conte. Dovremo avere tanto filo da tessere”. Letta annuncia che lascia tutti gli incarichi con retribuzione che aveva fino a questo momento per diventare segretario del Pd. “Sono contento – aggiunge – di poter tenere la presidenza dell’istituto Jacques Delors, l’unico senza retribuzione, che ritengo utile essendo un’istituzione culturale europea”.
E rimane il paradosso che un partito di tradizione, di cultura unidirezionale, si affidi ad un ex democristiano. Un DC di lungo corso, Gianfranco Rotondi, nel suo blog scrive “Ma la sua sfida è adesso e qui: nel Pd, il partito che ha contribuito a fondare con le scelte ispirate nel bugigattolo dell’Arel dal suo mentore, il mitico, intelligentissimo e permalosissimo Nino Andreatta. Al vecchio Nino, e al suo portasilenzi Enrico Letta, si debbono le grandi scelte della sinistra dc degli anni novanta: l’opzione europeista, la discesa in campo di Romano Prodi, la scelta di campo per il centrosinistra, l’Ulivo, il Pd. Letta est ‘substantia rerum’: è il Pd.
C’è una lettura tutta democristiana della elezione di Letta, e l’ha data ‘ante litteram’ un dc di rito andreottiano come Vito Bonsignore, lo scorso ottobre a Saint Vincent, al convegno della fondazione ‘Democrazia Cristiana’. Cito testualmente Bonsignore: ‘il Pd non è la ditta ex pds, ma la sinistra dc che lo ha preso in mano al punto da permettersi il lusso di lasciarne la gestione a Zingaretti’. E ancora: “smettiamola di parlare di comunisti, il Pd è il partito della sinistra dc che ha vinto la sua scommessa; una Dc ancora fortissima si divise nel 1995, da una parte i moderati, dall‘altra la sinistra che scelse l’Ulivo, e che ha egemonizzato il Pd esprimendo quattro premier e un presidente della Repubblica”. “Hanno vinto loro”, concluse Bonsignore, quasi a concludere un congresso postumo.”
E la lettura democristiana suggerita da Rotondi, conferma il fallimento dello stesso PD
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano