Caro Letta, mi sarei aspettato non un partito nuovo, ma un partito vero

Attualità

Mi sarei aspettato una partenza dai bisogni: lavoro, salute, scuola, partite Iva. Questo mi sarei aspettato da Letta e dal “nuovo” Pd. Vanno anche bene il voto ai sedicenni, anche se non capisco la ratio, e lo Ius Soli una giusta battaglia di civiltà. Ma vogliamo ritornare a riprendere le battaglie sociali? Spero che si esca dall’equivoco che per essere di sinistra bisogna fare innanzitutto le battaglie civili. Lo so, le lotte sociali puzzano di fango, grasso, sangue, merda e sono relegate nelle periferie e non portano voti e tessere. Però senza la possibilità di un lavoro che offra una garanzia per il futuro e che non si limiti al quotidiano nessuna persona, di nessun orientamento sessuale, religioso, politico, potrà solo immaginare di formare una famiglia e poter sperare di migliorare la propria condizione sociale e civile. I diritti o sono un corpo unico o non sono. La politica ha il compito di guardare con lungimiranza all’insieme e mai al particolare. Capisco che la politica è il riflesso della società da cui si sviluppa. Una società che non dona più e che assume i tratti dell’indifferenza e dell’individualismo, concentrata sui singoli comportamenti e sulle necessità individuali, indirizzata sui desideri più che sui bisogni. Ma non accetto che i diritti sociali e bisogni collettivi vengano declassati e banalizzati facendo leva sul maggior appeal dei diritti civili e individuali. Lavoro, lavoratori, tutele, uguaglianza, tutte parole che sembrano provenire da lontano, come echi, e che la politica contemporanea evita perché non funzionali allo storytelling di un modello nuovo di collettività. Per dirla con le parole di Rodotà: “Si è inclini a dimenticare che i diritti sono indivisibili e che le vere stagioni dei diritti sono quelle in cui diritti individuali e diritti sociali procedono insieme. È il modello, non dimentichiamolo, della nostra Costituzione”. Non un nuovo partito, signor nuovo segretario, ma un partito vero tra i bisogni e per tutti i diritti.

Blog Giuseppe Melillo  Antropologo

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