Non solo un paradosso, ma la negazione di una realtà evidente e una volontà di polemizzare per giustificare decisioni illogiche e ritardi. Quel “ghe pensi mi e basta” è alla base di una tiritera lamentevole per avere, a suo dire, le mani legate da un’opposizione che, ma guarda un po’, ha anche buon senso e senso della realtà.
“La polemica su Area C è strumentale da parte di una forza di opposizione che non riesce a produrre nessuna idea per la città e utilizza questo per opporsi. Per chi deve lavorare, presupponendo che si vada prima delle 10 e mi pare che sia la normalità, il problema non c’è. Dopo chi viene in centro in questa situazione? Noi staremo fermi così, sempre disponibili, se cambiassero le condizioni, ad essere molto flessibili”.
Risponde Fabrizio De Pasquale capogruppo Forza Italia in Comune “Sala è il più assenteista del Consiglio Comunale, dunque non si capisce come fa a lamentarsi delle nostre proposte se non le ha mai ascoltate. Su mobilità, stadio, commercio, rigenerazione urbana è lui a praticare la politica del rinvio e dei ricorsi. Milano ha bisogno di un sindaco che decide non uno che fa campagna elettorale da Sant’Ambrogio. Al momento Sala ha solo ripescato la solita vecchia politica ambientalista basata su divieti: no piano parcheggi, no rigenerazione periferie, no stadio, no aiuti al commercio. Ora speriamo che a furia di seguire i verdi non blocchi pure le vasche del Seveso e il teleriscaldamento”.
E si fa presto a parlare di disponibilità e di flessibilità, ma i fatti dimostrano che osserva un unico sterile dogma “ghe pensi mi”: una, permettetemi, “bausciada”.
(Qui sotto 2 delle foto ricevute dal capogruppo regionale Comazzi che smentiscono i tentativi di Sala di minimizzare i problemi di chi è costretto a utilizzare i mezzi pubblici)

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano