Nel processo che vedrà coinvolte 21 persone di tre diverse Ong, ovvero Jugend Rettet, Medici senza frontiere e Save the children, indagate nell’ambito dell’inchiesta sulla nave Iuventa, sotto sequestro nel porto della città siciliana dal 2017, i cittadini di Lampedusa hanno deciso di dire «basta» e di agire legalmente, tanto che si costituiranno parte civile. Così riferisce Il Giornale. Dopo anni di “invasione”, dopo innumerevoli proteste e disagi, la via legale per una regolamentazione del flusso migratorio, sembra la via migliore per porre il problema anche a livello nazionale. «Questo processo – spiega l’avvocato Biscotti – avrà una rilevanza straordinaria perché finalmente si potranno stabilire i confini esatti tra attività di salvataggio e favoreggiamento all’immigrazione clandestina».
«Ci siamo rivolti all’avvocato Biscotti già da tempo – specifica Rosario Costanza, lampedusano e anche coordinatore locale di Forza Italia -, perché abbiamo intenzione di costituirci parte civile. Ci sentiamo danneggiati perché l’attività migratoria non si connette con quella turistica. I danni procurati all’isola, ai cittadini e alle attività nel corso del tempo sono incalcolabili. Siamo promotori di questa e altre iniziative e adiremo anche ad altre costituzioni di parte civile qualora dovessero aprirsi altri processi nei confronti dei responsabili».
Anna Ferrari
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