Ventiquattro sagome a forma di uovo decorate con tasche di tessuto colorato, dove i passanti possono lasciare beni di prima necessità, ma anche pensieri e disegni sulla Pasqua per i più bisognosi. È l’installazione solidale e creativa “Uova sospese”, ideata da alcuni membri della Benedetto Marcello Social Street e collocata nella pista di pattinaggio dei Giardini dell’Orso, tra via Scarlatti e via Benedetto Marcello, a Milano. Un atto di generosità ispirato alla tradizione napoletana di pagare due caffè al posto di uno quando si entra in un bar, che da un lato vuole essere un sostegno concreto per le famiglie in difficoltà del Municipio 3 e dall’altro un momento ludico per i bambini della zona, da settimane a casa con la Dad, che potranno decorare alcune uova pensate come bacheche creative. “Abbiamo deciso di replicare, in altra forma, gli ‘addobbi condivisi’ del periodo natalizio – racconta Michaela Molinari, amministratrice della Benedetto Marcello Social Street su Facebook – A dicembre scorso avevamo lasciato alcune ceste sotto l’albero donatoci dal Comune, che si sono svuotate così frequentemente, da indurci a fare ancora la nostra parte per i più bisognosi in questo periodo di forte crisi economica”. Una solidarietà che affonda le radici già nel primo lockdown, quando era stata posata una “cesta sospesa”, tuttora presente in via Petrella, con alimenti e altri beni di prima necessità che chiunque poteva prendere o lasciare. “Il funzionamento sarà lo stesso – dice Molinari – Fino a Pasquetta, chi vuole donare può lasciare cibo, pannolini, assorbenti nelle sacche delle uova, mentre chi ne ha bisogno li può ritirare in qualsiasi momento della giornata”. “Per diffondere meglio il messaggio di solidarietà – aggiunge – stiamo appendendo anche cartelli tradotti in varie lingue, perché via Benedetto Marcello è multietnica e vogliamo che nessuno si senta escluso”.
E le maxi-uova non passano di certo inosservate, grazie anche alle stoffe colorate che sono state applicate sulla base in legno. “L’installazione creativa è il risultato di una rete spontanea tra associazioni e botteghe di artigianato locali – racconta l’amministratrice della Social Street – Delle sagome delle uova si sono occupati i ragazzi di Lupo ArtiMestieri, una realtà nuovissima nata da alcuni giovani scenografi del Teatro Elfo Puccini rimasti senza lavoro; le stoffe, invece, sono state donate da Corrado Tessuti, con cui ci ha messo in contatto l’associazione Botteghe e Mercati di Milano e Lombardia”. Un richiamo anche a quel senso di comunità che resiste alla distanza fisica imposta dal Covid: “Iniziative come questa, ci aiutano a essere presenti su un territorio dove si registra un alto tasso di microcriminalità e degrado – spiega Molinari – Le restrizioni anti-contagio non ci consentono di organizzare corsi di yoga o feste all’aperto, come facevamo prima dello scoppio della pandemia, ma almeno in momenti come il Natale o la Pasqua proviamo a contrastare questi fenomeni facendo sentire la nostra presenza sul territorio in modo alternativo e soprattutto utile”. “E il risultato è commovente – aggiunge – A Natale, infatti, dopo aver smontato l’albero alcune famiglie di migranti ci hanno lasciato bigliettini di gratitudine e ricchi di desideri per il 2021, come trovare lavoro o una casa”. (fonte Repubblica)
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