Maltrattavano da anni gli ospiti della residenza, sottoponendoli a continue vessazioni e violenze

Cronaca

All’interno di una cooperativa sociale dell’hinterland milanese che dava alloggio a nove pazienti adulti con disabilità psichiche accertate, maltrattavano ripetutamente gli ospiti della residenza cui dovevano fornire assistenza, sottoponendoli a continue vessazioni e violenze, dall’anno 2017 a oggi. A seguito di una rapida indagine dei carabinieri di Busto Arsizio (VA), coordinati dalla Procura della Repubblica di Milano, sottoposti agli arresti domiciliari i due gestori. Misure cautelari anche per i cinque operatori che lavoravano all’interno della struttura: due sono stati sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza e per altri tre è scattata la sospensione per sei mesi dell’attività di educatore socio assistenziale. Le vittime sono state tutte rapidamente ricollocate dai carabinieri, con l’ausilio della locale ATS, in una struttura idonea, dove riceveranno la dovuta assistenza e le cure del caso.

Dalle prime ore della mattinata di martedì 13 aprile 2021, nelle Province di Varese, Milano e Monza, i Carabinieri della Compagnia di Busto Arsizio (VA), con il supporto dei comandi territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 7 persone (2 da sottoporre agli arresti domiciliari, 2 all’obbligo di dimora e 3 sospensioni temporanee dell’attività di educatore di comunità e di ausiliare socio assistenziale per 6 mesi), tutti gestori e operatori di una residenza per disabili dell’alto milanese, ritenuti gravemente indiziati, in concorso fra loro, del reato di maltrattamenti aggravati continuati e, solo per sei di loro, anche del reato di esercizio abusivo di una professione (artt. 81 cpv, 110, 348 e 61 nr. 5 cod. pen.). Le indagini, che si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche e audio video ambientali, avviate agli inizi del mese di febbraio u.s. dalla stazione carabinieri di Castellanza (VA) a seguito di denuncia presentata da una operatrice socio sanitaria assunta a tempo determinato dalla citata onlus, hanno permesso di documentare che gli indagati con responsabilità diversificate che vanno dall’anno 2017 ad oggi, hanno: 

  • più volte maltrattato nove ospiti adulti affetti da disabilità psichiatriche accertate, sottoponendoli a quotidiane vessazioni e violenze, consistenti in ripetute offese, grida, percosse e strattonamenti, lanci di oggetti e acqua fredda, mancata somministrazione di pasti, nonché sottoponendoli a plurime punizioni fisiche e psicologiche fino a schernirli per i loro handicap, nonché impiegandoli in mansioni non loro spettanti come l’esecuzione di operazioni di igienizzazione dei locali (al riguardo è stata accertata l’assenza di stipula di un formale contratto con ditte del settore per le pulizie dei locali di pertinenza della residenza);
  • in carenza delle previste abilitazioni professionali, somministrato agli ospiti della comunità farmaci che, seppur oggetto della prescritta terapia sanitaria, sono stati, in talune occasioni, arbitrariamente modificati.

In particolare, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, con frequenza, se non eseguivano in maniera corretta gli ordini impartiti, le vittime venivano punite con pratiche ritenute “educative”: se non mangiavano in postura composta venivano obbligati a rimanere seduti con la schiena in posizione eretta, utilizzando un bastone inserito nella cintura e vincolato alla testa tramite une fascia, nonostante lamentassero dolore fisico; se al mattino gli ospiti della struttura non si alzavano dal letto con prontezza, veniva gettata loro addosso acqua fredda per svegliarli e venivano lasciati con gli indumenti indosso bagnati per ore; inoltre erano costretti a sostituire il pranzo con la colazione o a saltare completamente i pasti, rimanendo seduti a tavola ad osservare gli altri mentre mangiavano.  I carabinieri, con l’ausilio dell’ATS di Legnano, hanno anche provveduto a ricollocare tutte le vittime in una struttura idonea, ove riceveranno adeguata assistenza e le cure del caso.

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