ll bilancio preventivo del Comune di Milano è stato bocciato dai revisori contabili. E ci sono altre notizie sul caso Barbato.
Devo ai lettori un paio di aggiornamenti su Beppe Sala, che mi stringe il cuore vederlo sballonzolato tra notizie di cronaca che non gli fanno niente bene. Il giovane Werter dei Verdi Europei ha due cose che gli procurano dolore. Primo dolore. Oggi giovedì 15 aprile, giorno di Benedetto Giuseppe Labre, santo pellegrino morto accattone a Roma a 35 anni, patrono dei barboni, il Consiglio comunale milanese si riunirà a discutere di bilancio preventivo con grande imbarazzo per il sindaco. Infatti, credo che non sia mai capitato neanche nella più scalcinata delle amministrazioni di provincia, che revisori contabili bocciassero il budget di fichissimi manager di fichissima sinistra, mica di milanesi imbruttiti come noialtri. E non è come sospettano tra le righe i giornaloni amici del giaguaro che governa Milano. No, i revisori contabili che non danno parere favorevole al bilancio preventivo dell’amministrazione Sala, non sono amichetti di Salvini. E non sono neanche di nomina dei partiti. Sono tecnici estratti a sorte. I quali tecnici sorteggiati, ripeto, letto il bilancio preventivo del comune di Milano, “says no”, dicono no, così non va bene. Il che rappresenta una faccenda mai accaduta a nessuna amministrazione ambrosiana prima d’oggi, destra o sinistra che fosse.
Robe da milanese imbruttito
La questione sta facendo andare lievemente fuori dall’ascia il professore universitario e anche perito di tribunale non che tecnico di business di alto bordo, professore e assessore al bilancio Roberto Tasca. Insomma. La giunta di sinistra che governa sotto la Madonnina non aveva ancora finito di elaborare la legnata delle Iene – caso Barbato – che è arrivata questa botta dei revisori.
Ora Sala si vedrà anche meno di quel poco niente che si è visto in Consiglio questi cinque anni. Però l’assessore Tasca ha già sfidato i revisori a pubblico confronto riferendo in consiglio, genericamente e anche in po’ altezzosamente di “sciocchezze” (che anche questa è una novità: cosa li prevedono a fare i revisori se poi – questa sì, da milanese imbruttito – ti incavoli che ti controllano e li sfidi a duello? Non è che la legge dice, dato il parere negativo dei revisori contabili l’amministrazione è autorizzata a farla fuori in piazza o, paragrafo due comma C, anche a pistolettate).
Parere non favorevole al bilancio
Per altro, le obiezioni sollevate non sembrano cose turcomanne o robe geopolitiche. Il parere “non favorevole” dei revisori al Bilancio 2021 riguarda infatti la parte relativa alle entrate tributarie di Palazzo Marino. Contestano gli appostamenti previsti dalla giunta Sala in base alle entrate di alcuni tributi. Dalla Tari a all’Imu. E della Tassa di Soggiorno e Cup (canone unico di Proprietà, cioè l’ex Cosap) segnalano che appaiono stimate troppo ottimisticamente. I revisori contestano anche il fatto che sia stato inserito un piano di alienazioni senza precisare il valore per singolo immobile.
Insomma, anche il milanese fichissimo e di sinistra, può ammettere che magari potrebbe aver sbagliato anche un po’ lui e non solo il revisore contabile (che se non lo ha mandato Salvini l’avrà mandato un sorteggio un po’ sciocco).
Il caso Barbato
E veniamo al secondo dolore del primo cittadino Beppe Sala, partito democratico e arrivato Verde Europeo. In effetti, più passano i giorni e più la serenità ad alta transizione ecologica – o transazione adesso non ricordo bene – del sindaco che spera in una riconferma nelle amministrative rinviate da giugno a ottobre, è messa a dura prova dal caso Barbato.
Vicenda tormentata risalente all’agosto 2017 e tornata di veemente attualità dopo un’inchiesta delle Iene, bloccata il 15 dicembre 2020, ma poi andata regolarmente in onda nella tarda serata della vigilia di Pasqua 2021. Inchiesta in cui l’ex comandante dei vigili urbani Antonio Barbato ha accusato il sindaco di averlo liquidato per far posto, da un giorno all’altro, a un ufficiale della polizia giudiziaria in servizio in Procura, Marco Ciacci, che tra l’altro collaborò con Ilda Boccassini (nel caso Ruby era stato il testimone chiave).
Ora, nonostante il fatto che nei giorni scorsi i collaboratori di Sala avessero diffuso un comunicato che smentiva la ricostruzione giornalistica delle Iene e minacciava azioni legali, dal quotidiano La Verità è arrivata la notizia che l’Anac (l’Agenzia nazionale anticorruzione) avrebbe di fatto smentito la smentita facendo pervenire alla procura di Brescia un dossier che già dal titolo, ci informa La Verità, non lascerebbe adito a molte interpretazioni: “Nomina illegittima del comandante del corpo di polizia municipale, senza selezione pubblica, senza titolo e con stipendio maggiorato”.
Ps: Per favore, terzo dolore, qualcuno può informare Beppe Sala (che per transizione ecologica è passato dal Pd ai Verdi)? Ora è ufficiale: la Federazione dei Verdi è contro il ddl Zan!
Luigi Amicone (Tempi)
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