E’ stato assegnato al Teatro Dal Verme, per l’esecuzione de “Le Quattro Stagioni di Vivaldi” avvenuta allo scoccare della mezzanotte del 15 giugno 2020, uno dei quattro premi speciali della 40esima edizione del Premio “Franco Abbiati della critica musicale italiana”. Il 14 giugno dello scorso anno il Teatro Verdi riapriva le porte al pubblico dopo il lockdown di primavera con la rassegna “I Pomeriggi Musicali di Milano”, dando il primo concerto post pandemia che ha assunto un alto valore simbolico. In programma c’era una delle pagine più famose del repertorio occidentale, legate anche al senso di rinascita e naturale progredire della vita, “Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi” affidate a Stefano Montanari nella doppia veste di direttore e violino solista, fra i più noti per il repertorio barocco e ospite dei teatri di tutto il mondo. “Accogliamo la notizia del Premio Abbiati con gioia e riconoscenza”, afferma il direttore generale e artistico dei Pomeriggi Musicali, Maurizio Salerno, che aggiunge: “L’occasione della riapertura dello scorso giugno è stata toccante per tutti, per noi e per il pubblico. Un’emozione fortissima quella di riascoltare la musica dal vivo, dopo un momento difficile, come lo sarà fra qualche settimana, quando potremo di nuovo riaprire le porte sperando di non chiuderle più. Con le Stagioni di Vivaldi volevamo ribadire, senza iniziative faraoniche, la centralità della musica nella vita di tutti e il valore etico e civile della nostra vocazione istituzionale. Da quel concerto, replicato altre dieci volte a Milano e nei luoghi più simbolici della pandemia, non ci siamo più fermati, offrendo concerti dal vivo sino a quando è stato possibile e poi on line, confermando integralmente la stagione annunciata e salvaguardando gli impegni presi con solisti e direttori. All’Orchestra, a Stefano Montanari, all’intera Fondazione I Pomeriggi Musicali e a tutti coloro che hanno collaborato a quella ormai “mitica” notte di musica va il mio ringraziamento più sincero; agli altri premiati le più vive congratulazioni”.
Questa la motivazione del premio: “La scommessa di non deludere le aspettative degli appassionati di musica sinfonico-strumentale, il dovere di affermare la voglia di non darsi per vinti, l’orgoglio di farsi testimoni attraverso la musica della presenza delle istituzioni nei luoghi-simbolo della tragedia pandemica, si sono incarnati nelle “Stagioni” di Vivaldi che gli archi dei Pomeriggi Musicali hanno suonato al Teatro dal Verme di Milano il 15 giugno 2020. Senza perdere un minuto, allo scoccare della mezzanotte del giorno in cui ai teatri fu concesso di riaprire, l’esecuzione affidata all’estro solistico e concertatore di Stefano Montanari s’è impadronita del luogo naturale e spirituale della musica dal vivo restituendolo al pubblico contingentato ma reale. La riconquista di spettatori e spazi non virtuali è continuata con dieci giorni di ripetizioni del programma, in appuntamenti dedicati e rivolti a pubblici specifici (senza però escludere quello remoto dello streaming) e con un corollario di repliche anche civilmente simboliche nelle città lombarde più colpite. Non frenati o in soggezione delle oggettive difficoltà operative imposte dai decreti in stato di emergenza. Testimonianza ottimistica e ostinata del voler continuare a fare concerti – e, per quanto adempibile, dal vivo – facendo suonare i musicisti, per interpretare senza compromessi il ruolo di servizio culturale pubblico a favore della comunità che altre realtà musicali parimenti sostenute pubblicamente hanno praticato con minore tempismo, continuità e tenacia”. La giuria, composta da Danilo Boaretto, Alessandro Cammarano, Sandro Cappelletto, Paola De Simone, Andrea Estero, Carlo Fiore, Angelo Foletto, Susanna Franchi, Gregorio Moppi, Giancarlo Landini, Gianluigi Mattietti, Carla Moreni, Alessandro Mormile, Paolo Petazzi, ha scelto di non attribuire le ormai consuete valutazioni individuali, tranne per alcuni riconoscimenti che di per sé lo esigono, ma ha deciso di raccontare e riassumere l’intero mondo musicale italiano con quattro “Premi speciali” motivati in ampiezza e sostanza critica. Segnalando il valore, l’originalità e l’intraprendenza di iniziative collettive e progettuali, o di individualità, che hanno combinato orgoglio e innovazione, dignità artistica e sensibilità sociale, adattabilità e riorganizzazione di spazi e modi operativi.
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