A volte la parola conta più del pane

Cultura e spettacolo

Aggrappata al finestrino per una boccata d’aria, contorcendomi per le sciabolate di una sciatalgia che toglieva il respiro, vedevo il letto di casa come un miraggio irraggiungibile. E poi, nel deserto di un viale alberato e sonnacchioso, la brusca frenata davanti a due poliziotti divertiti con un punto interrogativo in faccia. ”Vuole fare due chiacchiere? Perché si è fermata?”

Ne segue un teatrino per spiegare e interpretare la posizione della paletta, i gesti volontari o involontari, la forza del comando. “Due chiacchiere?” bofonchia Lella e partono le invettive: ma che vogliono a quest’ora, non passa anima viva, ma che infrazioni posso aver fatto…fermano così… potenza di una divisa… e poi l’immagine di decine di volti protesi in attesa e la narrazione parla di telefonate, di richieste di aiuto, di voci per riempire il tempo. Due chiacchiere…

In una società capovolta dove la parola conta più del pane. Una dimensione riscoperta che riscopre la nudità dell’anima, l’uguaglianza degli uomini, l’affanno di una vita che non trova il suo perché.

Tragedia di un lockdown che non vuole finire, che porta con sé la zavorra dei nostri limiti ma anche la mano tesa della solidarietà.

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