Pnrr , Draghi: “In ballo il destino del Paese e la sua credibilità, no a ritardi”

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Non solo “un insieme di progetti, di numeri, scadenze, obiettivi”. Il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha al suo interno “soprattutto il destino del Paese”. È il messaggio arrivato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenuto nel pomeriggio nell’Aula della Camera dei Deputati per le comunicazioni sul Next Generation EU.

Il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, prevede fondi per 191,5 miliardi di euro, più ulteriori 30,6 miliardi come parte di un fondo complementare e ulteriori 13 miliardi del programma React EU, che il Paese dovrà utilizzare per progetti e riforme strutturali di ammodernamento chiesti dall’Europa per sbloccare finanziamenti mai visti prima. “Nel complesso potremo disporre di circa 248 miliardi di euro”, ha spiegato infatti Draghi alla Camera.

Per illustrare le 337 pagine del Pnrr, il premier ha iniziato con una citazione di Alcide De Gasperi: “Nel presentare questo documento, al quale è strettamente legato il nostro futuro, vorrei riprendere, specie all’indomani della celebrazione del 25 aprile, una testimonianza di uno dei padri della nostra Repubblica. Scriveva Alcide De Gasperi nel 1943: ‘Vero è che il funzionamento della democrazia economica esige disinteresse, come quello della democrazia politica suppone la virtù del carattere. L’opera di rinnovamento fallirà, se in tutte le categorie, in tutti i centri non sorgeranno degli uomini disinteressati pronti a faticare e a sacrificarsi per il bene comune’. A noi l’onere e l’onore di preparare nel modo migliore l’Italia di domani”.

In gioco, ha spiegato Draghi ai deputati, c’è “il ruolo dell’Italia nella comunità internazionale, la sua credibilità e reputazione come fondatore Ue e protagonista del mondo occidentale. È questione non solo di reddito e benessere, ma di valori civili e sentimenti che nessun numero e nessuna tabella potrà mai rappresentare”. L’appuntamento col Next Generation EU non può essere mancato, non possono esserci errori, perché “ritardi e inefficienze peseranno sulle nostre vite e forse non ci sarà la possibilità di rimediare”, ha ammonito il premier.

Un Paese, il nostro, più colpito dei vicini europei dagli effetti della pandemia di Covid, ha sottolineato Draghi nel suo discorso. Il Pnrr ha dunque tre obiettivi primari: “il primo con un orizzonte ravvicinato è riparare i danni della pandemia, che ci ha colpito più dei nostri vicini europei. Abbiamo raggiunto il numero di quasi 120.000 morti per il Covid-19, a cui si aggiungono i tanti mai registrati. Nel 2020 – ha continuato il presidente del Consiglio – Il Pil è caduto dell’8,9 per cento, l’occupazione è scesa del 2,8 per cento, ma il crollo delle ore lavorate è stato dell’11 per cento, il che dà la misura della gravità della crisi”.

E a proposito di effetti della crisi, Draghi ha rimarcato come il Piano nazionale di ripresa e resilienza affronta “debolezze di decenni”, tra cui l’aumento della povertà. Tra il 2005 e il 2019 “il numero di persone sotto la soglia di povertà assoluta è salito dal 3,3 al 7,7 per cento, per poi aumentare fino al 9,4 per cento nel 2020. Ancora una volta ad essere particolarmente colpiti sono stati donne e giovani e ancora una volta soprattutto nel Mezzogiorno”, sono state le cifre snocciolate da Draghi.

Oltre al Sud, i più colpiti dalla crisi sono stati giovani e donne “che hanno sofferto un calo di occupazione molto superiore alla media, particolarmente nel caso dei giovani nella fascia di età 15-24 anni. Le misure di sostegno all’occupazione e ai redditi dei lavoratori hanno notevolmente attutito l’impatto sociale della pandemia. Tuttavia, l’impatto si è sentito soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione”.

Quanto ad alcuni dei progetti del Pnrr che verranno finanziati grazie al Next Generation EU, Draghi ha parlato in particolare di Alta Velocità ferroviaria: entro il 2032 saranno stanzia “ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche. Queste includono la linea ferroviaria ad Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria, che diventerà una vera alta velocità, e l’attraversamento di Vicenza relativo alla linea ad Alta Velocità Milano-Venezia. È poi previsto il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, utilizzate nell’ambito del dispositivo europeo per il potenziamento dei progetti ivi previsti per 15,5 miliardi”.

Ma “la prima missione” del Piano nazionale di ripresa e resilienza riguarderà “i temi della digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”. Su questo fronte verranno destinati “quasi 50 miliardi”, di 41 finanziate con il Dispositivo Europeo e 8,5 con il Piano complementare nazionale, “pari al 27% delle risorse totali del Piano”. L’obiettivo, ha spiegato in Aula il presidente del Consiglio, è quello di “promuovere e sostenere la trasformazione digitale e l’innovazione del sistema produttivo del Paese”. Dal 2027, è uno degli obiettivi fissati da Draghi, “i nostri ragazzi e ragazze potranno avere accesso alle migliori esperienze educative ovunque esse siano in Italia, gli imprenditori potranno far crescere le proprie attività rapidamente, vogliamo che i lavoratori continuino ad acquisire competenze”.

Quanto alla ripartizione dei fondi, “la quota dei progetti ‘verdi’ è pari al 40 per cento del totale”. Al Mezzogiorno il Pnrr destina 82 miliardi di euro “ripartibili secondo il criterio del territorio, per una quota dunque del 40 per cento”. E a proposito di Sud, la crescita del Mezzogiorno rappresenta per il presidente del Consiglio “l’altro aspetto prioritario trasversale al Piano”. “Il potenziale del sud in termini di sviluppo, competitività e occupazione è tanto ampio quanto è grande il suo divario dal resto del Paese – ha aggiunto Draghi -. Non è una questione di campanili: se cresce il Sud, cresce anche l’Italia. Più del 50 per cento del totale degli investimenti in infrastrutture, soprattutto l’alta velocità ferroviaria e il sistema portuale, è diretto al sud”.

Un passaggio Draghi lo ha destinato anche alla questione del Superbonus al 110 per cento, tema che rischia di essere una spina nel fianco del premier per i 5 Stelle che la considerano una misura bandiera. L’ex numero uno della Bce ha confermato che tra Pnrr e Fondo complementare “sono previsti oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate dal precedente governo. Non c’è alcun taglio. La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 solo per le case popolari. È un provvedimento importante per il settore delle costruzioni e per l’ambiente”.

Altra riforma che sarà toccata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza è quella della giustizia, per ridurre “l’inaccettabile arretrato presente nelle aule dei tribunali, e creare i presupposti per evitare che se ne formi di nuovo”, ha spiegato in Aula Draghi. L’obiettivo, che lo stesso premier definisce “ambizioso”, è di “ridurre i tempi dei processi del 40 per cento per il settore civile e almeno del 25 per cento per il penale”. Legato anche alla riforma della giustizia è l’annuncio da parte di Draghi della volontà di procedere ” a una semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni“.

Carmine Di Niro (Il Riformista)

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