C’è chi abbandona sacchi neri Covid, ma anche gli atti di solidarietà della Scala, di Muti e di Armani

Milano

A Milano coesistono lo slancio vitale dell’arte per un risveglio alla vita e tracce di morte abbandonate nelle strade con un’evidente mancanza di responsabilità. L’epidemia ha forse confuso priorità e senso di una sana convivenza.

Un lettore di MilanoToday segnala “Dal pomeriggio di lunedì 26 aprile, vicino la stazione di Comasina, a Milano, hanno lasciato all’area aperta questi sacchi pieni di vestiti di qualcuno contagiato dal coronavirus. I sacchi neri hanno la scritta covid. Si trovano in via Teano di fronte al supermercato Carrefour. E c’è anche un materasso È pericolosissimo perché è un marciapiede stretto”. Sì, pericolosissimo e ci si chiede: abituale inciviltà o un grido di disperata rassegnazione? Un atto comunque di colpevole egoismo.

Di contro la Scala riapre con Riccardo Muti, i Wiener e un nuovo edificio con sponsor Armani. Niente platea, perché al momento è ricoperta dalla piattaforma che ospita l’orchestra in questi tempi di distanziamento sociale. Però la Scala riapre ed è una buona notizia per tutti. E’ l’arte che offre la sua magia e il suo fascino per tutti. Il CdA ha sancito l’ingresso di un nuovo fondatore sostenitore, Giorgio Armani, che ha assicurato per il momento 1 milione e 200mila euro in due anni, il sindaco Beppe Sala ha messo la prima pietra alla nuova ala della Scala, quella torre di via Verdi progettata da Mario Botta che, con i suoi 17 piani e i suoi 4000 mq, assicurerà alla Scala un palcoscenico molto più efficiente e profondo, una nuova grande sala prove per l’orchestra e più spazio per il balletto e per l’amministrazione. Tracce di solidarietà responsabile.

 

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