L’autoipnosi può essere devastante o esaltante se vista da punti di vista divergenti e la Lettera di Beppe Sala sul Corriere è talmente acritica e autocelebrativa da sembrare al di là della normalità e del sentire comune. Ha capito tutto, Sala, sa che cosa fare in ogni circostanza, ha la città in mano e si inebria come l’usignolo di D’Annunzio si inebriava del suo canto. “Essere sindaco è il mestiere più bello del mondo soprattutto se ti rendi conto che non sei tu a fare la città. È il mestiere più bello del mondo in particolare se capisci che non sei tu l’ago della bilancia….Tu, il sindaco, hai il grande privilegio di far esprimere al loro meglio tutte le componenti della città. E soprattutto hai il grande onore di far sintesi e di costruire insieme a loro la via verso il futuro.” E qui spunta una visione onirica delle intenzioni che non rispecchia e non ha mai rispettato la sua amministrazione.
Ma che ne sa Sala di partecipazione, di ascolto, di sintesi di buon senso? Che ne sa di una società complessa e delle sue componenti se è solito frequentare gli amici di sinistra e affidarsi alle loro antistoriche ideologie? “Insieme” è un vocabolo molto riduttivo nel suo discorso: quante volte ha consultato i Municipi non targati Centrosinistra, quante volte non ha considerato le esigenze dei “periferici”? Quante volte ha piegato per convenienza politica regole e diritti in favore di chi professa l’illegalità?
“Fare il sindaco è un mestiere che ti ingoia la vita 7 giorni su 7, 24 ore al giorno. Non c’è tregua, mai. Tu sei la città, sempre, giorno e notte. Le cittadine e i cittadini si aspettano sempre di vedere te e solo te a rispondere alle loro richieste, a rappresentare le loro speranze, a superare le loro delusioni, a rimediare alle loro incertezze.” Da tempo, forse dall’insediamento della sinistra al governo della città i cittadini si chiedono: ma per chi lavora il Sindaco? Perché pare che abbia imparato benissimo solo a fare il Pavone con i giornali e le TV compiacenti
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Si certo, ma intanto questo pavone qui è dato per vincente e a destra si naviga a vista.
ma come si fa a votare ancora un ‘traditore’ che si preoccupa solo di ‘ascoltare’ il vento e assecondarlo? Qusle visione della cittò? quali programmi? Lo statu quo degli abitanti della ZTL!