Assegno unico dal 1° luglio 2021 per i disoccupati. Parte per fasi il nuovo strumento universale a sostegno delle famiglie con figli.
Ad annunciare i tempi è stato il Premier Draghi, durante gli Stati Generali della Natalità del 15 maggio 2021. Serve ora definire i dettagli operativi e le regole per l’assegno universale, dalle modalità di accesso al calcolo dell’importo spettante. Se l’intenzione dell’Esecutivo è chiara, ossia far partire dal 1° luglio la misura “ponte” per i disoccupati, accanto a titolari di partita IVA, resta il fatto che ad oggi mancano indicazioni operative per l’avvio dell’assegno unico. Il compito è demandato ad appositi decreti attuativi che, tra le altre cose, dovranno definire il rapporto tra assegno universale e reddito di cittadinanza.
Assegno unico dal 1° luglio 2021 per i disoccupati: le regole e i nodi da sciogliere
Partirà in modalità graduale il nuovo strumento di sostegno per le famiglie con figli. L’assegno unico, uno dei tasselli della riforma fiscale, interesserà dalla metà del 2021 esclusivamente i lavoratori in disoccupazione e gli autonomi. Il Governo prende tempo e rinvia al 1° gennaio 2022 la data di entrata in vigore per tutti dell’assegno universale e il piano di riordino e abolizione delle agevolazioni fiscali vigenti. Un ritardo che è motivato anche dalla volontà di non stravolgere le buste paga di chi ad oggi percepisce le detrazioni fiscali per i figli a carico, destinate a sparire una volta introdotto l’assegno universale. Per quel che riguarda i disoccupati, bisognerà ora definire per tempo le regole per la “staffetta” tra assegno unico e ANF.
Chi percepisce la Naspi beneficia attualmente degli assegni al nucleo familiare, nel rispetto dei requisiti previsti. Non è chiaro quindi se dal 1° luglio i due aiuti si affiancheranno o se partirà la staffetta tra vecchi sostegni e nuove misure per le famiglie con figli. Le regole operative dovranno essere definite in tempi brevi, e non si escludono novità già all’interno del decreto Sostegni bis per l’attuazione tempestiva dell’agevolazione. Non è infatti ancora stato definito l’importo riconosciuto, le modalità di calcolo in relazione al reddito familiare o all’ISEE e come già evidenziato il rapporto tra ANF e assegno universale.
I dubbi restano numerosi, nonostante le rassicurazioni circa la data di partenza della misura, ed è evidente il ritardo per l’emanazione dei provvedimenti attuativi. Bisogna infatti tener conto anche dei tempi per la messa a punto della procedura operativa, verosimilmente da parte dell’INPS.
Assegno unico ai disoccupati, da definire il rapporto con il reddito di cittadinanza
Ai decreti attuativi è demandato il compito di chiarire, innanzitutto, quali saranno nel concreto i beneficiari di quello che viene definito come l’assegno ponte. Su questo punto, resta poi il nodo del rapporto tra assegno unico e reddito di cittadinanza, alla luce dei principi fissati dalla legge delega. I due strumenti di sostegno economico sono tra loro pienamente compatibili. Tuttavia, la legge entrata in vigore il 21 aprile 2021 prevede che nel calcolo dell’importo complessivo si dovrà tenere “eventualmente” conto della quota del reddito di cittadinanza attribuibile ai componenti del nucleo familiare minorenni. Insomma, il calcolo dell’assegno universale dovrà (eventualmente) tener conto anche dell’importo del reddito di cittadinanza, ma considerando esclusivamente l’importo attribuibile in relazione a soggetti minorenni presenti nel nucleo familiari. Le regole del “dialogo” tra i due sussidi economici restano ad oggi un’incognita. Una delle possibilità, proposta dal gruppo di ricerca Arel, Fondazione Gorrieri e Alleanze per l’Infanzia è di sottrarre dall’importo del reddito di cittadinanza riconosciuto al nucleo familiare la quota relativa al minore, per poi integrarlo con l’assegno universale. Un calcolo complesso che però rischia di far diventare difficilmente comprensibile ai più il meccanismo alla base dell’attribuzione dell’assegno, quando invece si invoca da tempo una semplificazione di bonus e agevolazioni, a tutela del buon rapporto tra contribuenti e Amministrazione Finanziaria.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845