Tra le liste a sostegno del sindaco uscente di Milano Beppe Sala ce ne sono 6 già “certe” e altre una o due che dovrebbero essere formalizzate entro la metà di giugno. Lo ha detto lo stesso Sala, che ha presentato ieri la lista Milano in Salute.
“Trovo vergognoso che la sinistra strumentalizzi un tema delicato e importante come quello sanitario per scopi elettorali, con tanto di lista e candidati alle prossime amministrative. La salute delle persone, i servizi di cura e la battaglia contro il Covid sono temi universali, che uniscono tutti e non possono essere sfruttati per un’operazione di speculazione politica” afferma Gianluca Comazzi, consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale. “Capisco – prosegue l’azzurro – che per il sindaco la politica sia sempre più una questione di marketing e di post su Instagram; ma la sanità è un tema troppo importante per essere cavalcato in questo modo, come se fosse un brand. Mi auguro – conclude – che il sindaco torni sui suoi passi e dia alla lista un profilo civico, senza richiami alla ‘salute’. Un’operazione così spregiudicata sarebbe davvero motivo di imbarazzo”.
Marco Fumagalli, attuale consigliere comunale: “Per me è un onore far parte di questa lista che è fatta di professionisti, conoscenze e competenze – ha detto – E’ una lista civica in cui c’è tutto l’ambito di salute sanitario, l’ambito socio assistenziale. E’ una lista di costruttori positivi, propositivi. E possiamo dare un contributo molto importante sul territorio”. Mi chiedo. Ma queste professionalità sono disponibili solo se vince Sala?
Per la cronaca tra le liste, oltre al pd, ha detto Sala, “c’è Milano Unita, Milano in Salute, Europa verde, Beppe Sala sindaco e Volt”. Quindi, “sei liste sono certe – ha aggiunto – poi c’è un mondo fatto di Azione, più Europa radicali, Italia Viva, Alleanza civica e Librandi che sta lavorando sul tema del lavoro” e “li sto invitando ad arrivare al dunque entro metà di giugno: non so dirvi se da lì ci saranno una o due liste: con me ci saranno 7 o 8 liste partendo dalle sei che ci sono oggi”.
Anna Ferrari
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