Porta Vittoria: con un restauro cancellati i segni della storia da Palazzo Borgazzi

Milano

Palazzo Borgazzi (conosciuto anche come Palazzo Stampa di Soncino Borgazzi) venne costruito per la famiglia Borgazzi di Monza nell’allora stradone di Santa Prassede, oggi corso di Porta Vittoria (16), dall’architetto Giovan Battista Chiappa fra il 1828 e il 1829.

Si contraddistingue per la particolare facciata, caratterizzata dai quattro telamoni che affiancano il portone, ispirati a quelli della Casa degli Omenoni, e per l’elegante cortile che si apre al suo interno.

Ci è stato segnalato come il recente restauro abbia cancellato le sbrecciature causate dalle armi degli austriaci in ritirata il 22 marzo 1848 durante i famosi scontri avvenuti dal 18 al 22 marzo del 1848, le Cinque Giornate di Milano.

Infatti sul muro vi erano ancora i segni della battaglia con le sbrecciature sotto le due finestre di sinistra, sulla lesena di uno dei telamoni e sotto le prime due finestre di destra.

Così, per lo zelo di qualcuno, una testimonianza storica conservata per 170 anni è sparita per sempre. Rimane ancora percepibile qualcosa se si è a conoscenza del dettaglio (qui di seguito quel che ancora si vede). Forse la Soprintendenza dovrebbe richiedere che venga evidenziata la presenza dei segni in qualche modo.

Le Cinque giornate di Milano rappresentano uno degli avvenimenti storici di Milano fra i più importanti, quando il malcontento della popolazione contro il dominio straniero. Il 18 marzo del 1848 fu organizzata una manifestazione pacifica. Fatta per richiedere: libertà di stampa e più autonomia dal governo centrale.

La pacifica manifestazione si trasformò ben presto in una rivolta violenta, dettata dalla volontà di eliminare quel regime austriaco così opprimente. All’alba del 18 marzo 1848, il generale Radezky, che guidava le truppe austriache, fu colto alla sprovvista dalla notizia che la popolazione aveva cominciato a innalzare le prime barricate. Fu costretto, così, a rinchiudersi con diverse migliaia di uomini del Castello Sforzesco. La rivoluzione era cominciata. Mentre le barricate andavano moltiplicandosi, molti membri dell’aristocrazia e della borghesia cominciarono a trasformare i propri palazzi in ferventi centri della rivolta.

Ricordiamo che a Milano, oltre al monumentale obelisco di piazza 5 Giornate, a ricordo delle battaglie intraprese dai cittadini contro gli austriaci si trovano altri segni rimasti impressi sui muri di alcuni palazzi, come le sbrecciature e gli squarci visibili su un spigolo di Casa De Maestri (Corso Venezia 13) e all’angolo di Via della Spiga. Così come troviamo una palla di cannone sul muro di Palazzo Acerbi in Corso di Porta Romana. Ma anche al vicino Palazzo Sormani, oggi sede della biblioteca centrale, dove pare ci sia ancora un proiettile di artiglieria incastrato nel legno in una finestra al piano terra.

 

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