Carla Fracci:…e davanti alla Scala, la campanella di un tram a ricordare la gloria e le origini

Milano

La favola si è conclusa e la Stella è ritornata tra le stelle. Con discrezione, teneramente protesa  a ringraziare, come tante volte ha fatto da tutti i teatri del mondo, un pubblico che l’ammirava e l’amava. Era Carla Fracci un mito di dolcezza, di professionalità, semplicemente di bravura nel disegnare con la danza personaggi, pezzi di storia, strappando loro l’anima, valori simbolici. Il suo volo attraversava il tempo, sempre di bianco vestita, con una tenerezza che non conosceva e non voleva riconoscere stratificazioni stupide e appartenenze sociali.

Era fiera della sua milanesità e delle sue origini con appassionata verità. E amava e ricordava spesso quel papà ferroviere che la portò un giorno a ballare nella sala del dopolavoro dei dipendenti ATM. Alla Scala dove è stata allestita la camera ardente, ieri mattina alle 11 le persone erano già in coda per l’ultimo saluto, in attesa dietro le transenne allestite fuori dal teatro. Un lungo applauso ha accolto il feretro anche dentro il foyer, da parte del corpo di ballo del teatro, degli alunni dell’Accademia, del personale della Fondazione, presenti il direttore del corpo di ballo, Manuel Legris, il direttore musicale Riccardo Chailly.

E davanti al Teatro c’è Il tram che suona la campanella. E’ fermo, mentre i tranvieri si schierano in segno di estremo commiato: un omaggio e il ricordo del padre che salutava passando quella figlia diventata una star. E la commozione di una campanella per ricordare…

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