Lotteria degli scontrini bocciata: mentre l’Agenzia delle Entrate annuncia le novità sulle estrazioni, la Corte dei Conti nel Rapporto sul Coordinamento della Finanza Pubblica 2021 pubblicato il 28 maggio 2021 segnala un’adesione all’iniziativa limitata e settoriale. Solo il 22 per cento degli esercenti ha partecipato con almeno un’operazione. Ma anche il cashback non supera l’esame e risulta “non classificato”: dal MEF, Ministero dell’Economia e delle Finanze, non arrivano dati adeguati a stabilire l’eventuale successo del programma. In ogni caso sarebbe utile rivedere il sistema di transazioni rilevanti dando maggiore peso a quelle effettuate presso piccoli operatori, come ad esempio gli artigiani. La Corte dei Conti, partendo dai numeri, analizza e traccia prospettive future per i due strumenti del piano Cashless. Lotteria degli scontrini bocciata: novità in arrivo sulle estrazioni, ma c’è scarso interesse Mentre l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia delle Dogane illustrano le novità sulle estrazioni a partire dal 10 giugno, la lotteria degli scontrini incassa una bocciatura totale. Sebbene l’incremento degli appuntamenti con la fortuna sia proprio uno dei suggerimenti contenuti nel Rapporto sul Coordinamento della Finanza Pubblica 2021, per la Corte dei Conti c’è ancora molto da lavorare su questo nuovo strumento di contrasto all’evasione fiscale.
“Dai dati finora disponibili emerge lo scarso successo dell’iniziativa, poco diffusa tra gli operatori di medio-piccola dimensione economica e probabilmente poco apprezzata dai consumatori”. La posizione espressa nel documento non lascia spazio a dubbi. La lotteria degli scontrini è partita a febbraio 2021 e i risultati dei primi tre mesi di vita sono deludenti. Al 30 aprile 2021 gli italiani che hanno scaricato il codice lotteria sono 4,6 milioni, ma 3,2 milioni lo hanno utilizzato. Si tenta la sorte soprattutto nei supermercati, dove si concentra il 54,4 per cento delle operazioni che concorrono alle estrazioni. Per la maggior parte, infatti, sono entrati nel circuito della lotteria i grandi esercenti: sul totale di 1.169.677 soggetti tenuti alla trasmissione telematica dei corrispettivi, soltanto 261.723 hanno aderito trasmettendo almeno un’operazione. In altre parole solo presso il 22 per cento delle attività commerciali è stato utilizzato il codice lotteria con profonde differenze sul territorio: l’iniziativa si è affermata discretamente in regioni come Lombardia, Emilia-Romagna e Marche, ma sembra essere stata quasi del tutto rifiutata in Campania, Sardegna, Valle d’Aosta. Perché la lotteria degli scontrini non ha avuto il successo sperato? Oltre alla resistenza nei confronti dei pagamenti elettronici, ci sono almeno altri due motivi:
- partecipare alle estrazioni è alquanto complesso dal momento che prevede:
- l’uso di uno strumento di pagamento elettronico;
- l’esibizione e scansione del codice lotteria;
- e l’inevitabile rallentamento delle attività commerciali;
- gli appuntamenti con le vincite sono troppo lontani dagli acquisti e così viene meno anche l’interesse stesso dei consumatori.
E infatti, oltre ad alcune indicazioni specifiche come l’incremento del numero delle estrazioni o l’estensione del gioco anche ai minorenni, la Corte dei Conti propone il suo pacchetto di novità da introdurre per dare uno slancio all’iniziativa:
“Una soluzione razionale implicherebbe l’unificazione dell’operazione di pagamento elettronico, di rilevazione del corrispettivo a fini fiscali e di partecipazione alla Lotteria, con conseguente identificazione del consumatore solo attraverso lo strumento di pagamento utilizzato.
Il sistema dovrebbe poi restituire con immediatezza l’esito della giocata. Una tale procedura avrebbe ben altro appeal sul consumatore e incontrerebbe certamente maggior favore anche tra gli operatori economici interessati”.
Cashback non classificato: sistema delle transazioni da rivedere
Un discorso diverso riguarda il cashback, il cui futuro è al centro di accese discussioni da quando il vecchio governo ha lasciato il testimone alla nuova squadra.
Introdotto da gennaio 2021, dopo l’esperimento di Natale, ha una vita più lunga della lotteria degli scontrini su cui, però, è difficile fare un bilancio. Circa 7,5 milioni di cittadini hanno partecipato al 30 aprile 2021: di questi 4 milioni hanno già raggiunto le 50 transazioni, soglia minima per ricevere il rimborso.
La questione, in questo caso, non è il coinvolgimento. Dalla Corte dei Conti arriva un “non classificato” per mancanza di dati adeguati. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, non ha messo a disposizione le informazioni utili a valutare il successo dell’iniziativa per una questione di privacy.
“Il Dipartimento si è limitato a fornire i soli dati relativi alla disaggregazione delle transazioni per classi di importo e la distribuzione del numero di utenti per fasce di operazioni”.
Una posizione e una scelta che genera perplessità, come si legge nel Rapporto sul Coordinamento della Finanza Pubblica 2021, e soprattutto che “non permette di valutare gli effetti che sta producendo il Programma”.
Anche senza dati però, per la Corte dei Conti è possibile tracciare quali potrebbero essere le prospettive future del cashback per ottenere migliori risultati:
- rivedere il sistema delle transazioni rilevanti: privilegiando con un incentivo differenziato i pagamenti effettuati verso operatori mediopiccoli;
- modificare al rialzo il numero delle transazioni minime per ottenere il rimborso;
- arginare il fenomeno dei cosiddetti furbetti del cashback che ambiscono ad ottenere il super premio da 1.500 euro limitando il numero di operazioni effettuabili con lo stesso operatore nell’arco della stessa giornata, anche se con carte diverse;
- valutare, anche in questo caso, l’inclusione dei minorenni.
Sia la lotteria degli scontrini che il cashback, insomma, non superano il primo esame della Corte dei Conti e le pagelle dovranno essere necessariamente migliorate introducendo novità nei due programmi.
“Si tratta di misure che comportano esborsi di rilievo per l’erario e di cui sarà necessario assicurare una attenta valutazione della effettiva capacità di incidere sul fenomeno evasivo”, si legge nel documento. In parole più semplici: la spesa deve valere l’impresa.
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