Dal 2016, dopo un atto vandalico che le ruppe un braccio e altre parti, noi di AGIAMO non ci siamo mai arresi all’idea che la “nostra” Italia turrita ai Giardini Montanelli, l’unico monumento al femminile di tutta Milano, restasse per sempre mutilata e lasciata così, dimenticata, rotta, sporca e “mangiata” dalle infestanti. In questi anni abbiamo sempre tenuti accesi i fari su di lei e abbiamo cercato qualcuno che condividesse con noi sia il dolore del passato che il desiderio di un futuro di rinascita.
Il 13 giugno alle ore 18, il Teatro NO’HMA, BRERA e AGIAMO presenteranno gli artefici di questa successo, un esempio concreto di resilienza condivisa. Un restauro al top, una ricostruzione a regola d’arte delle parti mutilate e un abbellimento dell’area circostante, saranno gli ingredienti fondamentali di un grande evento per celebrare i 160 anni dell’Unità d’Italia e i 170 di questa statua premonitrice del nostro destino.
Il monumento all’Italia non è una scultura di marmo qualsiasi, è la personificazione del nostro Paese, una giovane donna dal corpo rigoglioso e con la testa cinta da una corona di mura. Questa Italia turrita è carica di simboli e significati di altissimo profilo. Fu realizzata 170 anni fa in marmo bianco di Carrara da Alessandro Puttinati, autore di alcune statue del Duomo e di San Simpliciano, nonché del monumento a Carlo Porta (che fu poi distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale) e fu in qualche modo premonitrice dell’unità del nostro Paese in quanto scolpita dieci anni prima della proclamazione del Regno d’Italia.
Fu realizzata grazie a un gruppo di cittadini milanesi che la fecero scolpire per onorare i martiri dello Spielberg e fu la prima statua posta a Milano dopo l’Unità d’Italia.
Doveva essere eretta in Svizzera dove morì Federico Confalonieri, ma gli austriaci volevano distruggerla e allora il conte Francesco Benedetto Arese Lucini, politico italiano,senatore e cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata, nonché nipote di Francesco Teodoro Arese Lucini, patriota italiano e condannato alla reclusione presso la fortezza dello Spielberg, riuscì a nasconderla e a salvarla.
Venne infine collocata nel posto attuale, il Montemerlo, all’epoca il più alto di Milano, nel 1861.
Guardando la base, a destra sono scolpiti alcuni simboli massonici: compasso e squadra. Di lato, sempre a destra, ci sono una corona di alloro e una cetra.
Sulla sinistra ci sono una cornucopia e una tavolozza da pittore. Tanti simboli, tanti significati. La corona di mura simboleggia la regalità e la nobiltà delle città italiane, mentre l’abbondanza dei raccolti delle nostre campagne è rappresentata dalla cornucopia. Cetra e tavolozza pittorica sono un omaggio alle arti di cui l’Italia è straordinaria interprete. Il globo sotto il piede significa il dominio dell’Italia sul mondo.
Subito dopo la mutilazione sembrava che si dovesse semplicemente prendere atto di quanto successo per poi dimenticarselo il più presto possibile, ma col tempo abbiamo capito che c’era qualcosa di molto importante che sarebbe potuto emergere, che andava oltre il gesto in sé, e che la peggiore notizia sarebbe stata proprio l’indifferenza e l’oblio e non tanto la rottura.
Così come 170 anni fa fu un gruppo di cittadini milanesi a volerla, eravamo sicuri che ce ne sarebbero stati tanti altri oggi che non avrebbero allargato le braccia e che con noi condividevano il desiderio di trasformare una vigliaccata in una occasione per valorizzarla.
Noi di AGIAMO, dapprima abbiamo offerto una ricompensa di 500 euro a chiunque avesse fornito notizie utili al ritrovamento dei pezzi spaccati e spariti, pezzi che sono stati cercati anche dal Nucleo Sommozzatori della Polizia Locale nel laghetto dei Giardini, e poi abbiamo iniziato a guardarla non solo come un braccio di marmo spaccato, ma come un danno fatto a noi, ai nostri valori, ai nostri sentimenti più intimi e alti.
Abbiamo pensato che il suo restauro avrebbe potuto simboleggiare il superamento della violenza subita non solo da una statua di marmo, ma da una donna e da un Paese intero, o anche la reazione vitale di superamento di una disabilità.
Dopo quasi cinque anni dall’atto vandalico, il monumento a Italia turrita è stato restaurato da Ars Restauri e dall’Accademia delle Belle Arti di Brera grazie alla caparbietà di AGIAMO e alla sensibilità della Direzione Manutenzione e Gestione Monumenti e Fontane del Comune di Milano, della Soprintendenza ai beni artistici e culturali, e del Teatro No’hma.
AGIAMO – Amici GIArdiniMOntanelli
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Il restauro, come nel caso dei bronzi di Riace, non mi convince. i profili delle forme sembrano meno nitidi e definiti. Tra l’altro il materiale sembra diverso. Per caso non avranno venduto l’originale, questi morti di fame?