Sala bifronte: difensore diritti Gay e menefreghista per diritti disabili e anziani, emarginati da una mobilità incomprensibile

Milano

Sala come un tribuno, eccezionale difensore dei diritti arcobaleno, parla e la piazza si muove in un vortice di slogan e di promesse. Maliziosamente, ma non troppo,  mi chiedo se con quell’arcobaleno di colori siano stati rubati anche quelli che rappresentano i diritti ad una dignità di vita dei disabili e di chi attraversa con varie motivazioni, momenti che ledono appunto, il loro diritto di vivere il quotidiano con dignità.

Sala ha fin qui dimostrato menefreghismo e disattenzione per tanti cittadini che non qualificano la sua azione politica e la sua capacità di gestione. E vorrei semplificare, facendo riferimento all’ultimo episodio emblematico: le verifiche e le richieste contenute in una delibera del Municipio 1, targata PD, che riguarda via Torino “Nell’odg è scritto che «il costante incremento di monopattini, bici e moto è cresciuto in maniera esponenziale nella fase pandemica e ha colpito gli spazi pedonali con sosta abusiva e uso dei marciapiedi come corsie improprie anche per evitare una carreggiata molto angusta con masselli, pavé e traffico intenso». I disabili lamentano anche pendenze eccessive degli scivoli e rischi causati dai masselli in prossimità dei binari. Il Municipio propone di usare via Torino «come luogo di sperimentazione tecnologica per il carico e scarico e il rispetto della sosta» e «anche l’uso di sponsor per abbattere le barriere architettoniche. Last but not least, chiede più controlli anti abusivismo commerciale da parte dei vigili. La stessa Zona denuncia sosta abusiva «nelle ore notturne e talvolta diurne» nell’area di via Moscova, via Volta e corso Garibaldi, slarghi usati come parcheggi moto per mancanza di stalli regolari, rastrelliere obsolete, rischi per i pedoni i e camerieri in servizio nei dehors di via Volta visto che lo spazio pedonale «è diventato ciclabile de factu». “, relaziona Il Giornale.

Brevemente è la fotografia di un progetto di mobilità avulso dal reale, se poi si considera che via Torino non è mai stata riqualificata, che per i marciapiedi l’ultimo intervento data 20 anni fa e che l’eliminazione delle barriere architettoniche da tempo rimane un problema irrisolto.

Che senso ha parlare della Milano del futuro, di viabilità concorrenziale con le città europee, di metropolitane avveniristiche se un disabile o un anziano o una donna con carrozzina non può agevolmente entrare in un negozio, salire su un tram perché inadeguato o salire su un ascensore in metrò perché rotto da anni? Vanno in bicicletta?

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