Sì, è opportuno ampliare lo sguardo agli ultimi 10 anni di governo targato Pd a Milano, perché ha un significato deludente ormai annoso il “vento di cambiamento” voluto dalla sinistra. Un esame di questi anni nefasti è stato fatto da Berlusconi e evidenziato da Legnani su Libero. Una visione a posteriori che boccia l’operato di ideologie antistoriche e oniriche.
Scrive “Cinque anni dopo, nonostante la delusione per la sconfitta di Parisi, tra gli elettori di centrodestra furono in molti a nutrire speranze di buon governo da parte di Giuseppe Sala, che era stato un ottimo capo di Expo e non era certo un talebano della sinistra. Il sindaco, però, ha deluso queste aspettative, per i motivi che venerdì Silvio Berlusconi ha sinteticamente ma perfettamente spiegato. «Un sindaco – ha detto il Cav intervenendo telefonicamente all’appuntamento elettorale organizzato dal centrodestra alle Stelline – deve avere visione e concretezza, guardare lontano senza omettere di occuparsi delle buche delle strade e delle panchine dei parchi: chi ha amministrato Milano in questi anni non ha saputo fare né l’una cosa né l’altra cosa».
Non c’è altro da dire su che sindaco sia stato Sala. Parlando di “visione”, non è andato al di là di un ambientalismo conformista e sterile, consegnando la città alle “trovate” di alcuni bizzarri assessori che hanno colorato piazze, disegnato improbabili piste ciclabili, ristretto strade e cancellato parcheggi, in una “guerra” alle auto che poteva essere “illuminata” negli anni Settanta e Ottanta, non certo oggi, col risultato di congestionare ulteriormente il traffico senza migliorare la qualità dell’aria. Per il resto, come il suo predecessore Pisapia, ha “vissuto” su quanto fatto da Albertini e Moratti. E, in questo forse superandoli, ha “privatizzato” tutto il privatizzatile (dando ad esempio in concessione quasi tutti gli impianti di MilanoSport per decenni), vendendo il resto, palazzi del Comune compresi. Parlando di “concretezza”, quella è sotto gli occhi di tutti: le strade sono un colabrodo, la segnaletica orizzontale invisibile, il verde curato e potato alla bell’e meglio; la città, dal centro alle periferie, è un brulicare di disperati che dormono all’aperto; le occupazioni abusive di edifici pubblici e privati si contano a decine e durano da anni. Potremmo continuare…, speriamo non per altri cinque anni. A Milano e ai milanesi può bastare così.”
E potremmo aggiungere il tradimento alla sua vocazione sociale, la sua incapacità di ascolto e di autocritica, una enfatizzazione di parole vuote coniugate sempre al futuro e quel ritirarsi in una torre d’avorio di “politicamente corretto” che dimentica la realtà.