Il sole ha dipinto un’estate brillante di colori, di vita su Milano che, ripiegata su stessa, ritorna al caldo delle emozioni. Colori, incontrati all’improvviso, densi di ciliegie sugose, di angurie rosse, di glicini appesantiti da una fioritura esuberante, di caffè con l’aroma che spazia nel vento, di mani che stringono mani, di speranze cantate sottovoce, di cultura che si fa anima e spettacolo. Colori soffusi nelle albe ancora acide ma piene di promesse, nei tramonti suggestivi a perdersi nelle notti piene di magia.
“E andando nel sole che abbaglia /
sentire con triste meraviglia /
com’e’ tutta la vita e il suo travaglio… (Montale)
Ma sì, il peggio è passato, torniamo in quell’osteria dove forse c’è ancora El Barbon di Navili:
“Mi so nò chi lé staa/ ma me sont trova là/ dòpo un poo / insemma a lor a brindà/ l’é staa insci che ho capì/ quell ch’el vecc: el m’ha dit:/ “In la vita/ se dev anca soffrì”/ questa amara realtà/ la m’ha faa medità/ dal barbon di navil son tornaa/ g’ho portaa de mangià/ dopo avel ringraziaa/ e commoss /a l’ho basaa. (Dimiccoli).
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
grazie per queste perle che fanno davvero beneall’anima!