Ci sono cose che vanno oltre ogni logica, per esempio il capo della setta a 5 stelle, Grillo, che definisce Conte un mediocre, privo di visione politica e strategica, praticamente un asino. Senonché Conte l’aveva inventato e imposto lui, dal che uno si aspetterebbe una gragnuola di sputacchi, almeno virtuali, invece si fa finta di niente, anzi ci si divide: ha ragione Grillo o ha ragione Giuseppi?
Se il comico suo malgrado ha ragione, come minimo nutre idee che non condivide, ma non è neanche questo il punto, il punto è che per quasi due anni e per otto lockdown di fila in pochissimi abbiamo sostenuto proprio questo, che Conte non era all’altezza, anzi era proprio un incapace. Mentre il 99% della sedicente informazione, quella mainstream dei notiziari e dei giornaloni, si sperticava in esagerazioni mortificanti per chi le scriveva. Conte, un avvocato della profonda provincia, catapultato a Palazzo Chigi e in una situazione di emergenza nazionale! Roba da statisti veri, non da parvenu, da improvvisati del potere: non ci voleva molto a capire che l’uomo era tutto sbagliato per un tempo così difficile, ma chi doveva difendere la verità, la realtà, ha mentito per le solite miserabili questioni di bottega. Adesso arriva Grillo, se possibile anche peggio di Beppi, a marchiarlo come bestia: parola dell’Elevato, talmente elevato che va in giro con una specie di cazzeruola di plastica in testa. È sempre più difficile sostenere che un pazzo è un pazzo, un cretino è un cretino e un incapace un incapace, sorgono troppe difficoltà, ti censurano, ti accusano, la ragion politica, che poi si chiama opportunismo, regna sovrana.
Resta che un folle ha mandato al potere un totale inetto, a capo di una banda di inetti, dal ministro della Salute ai suoi consiglieri agli altri ministri, e questi ci hanno risucchiato nelle sabbie mobili di una crisi irreversibile, per di più sprecando migliaia di vite che si potevano salvare. Tutto quello che Conte e i suoi scappati di casa, i suoi miracolati, i suoi cialtroni potevano sbagliare, l’hanno sbagliato; hanno mestato e rimestato, taroccato i piani pandemici, soffocato la verità, trescato con l’Oms (e con la Cina), non hanno saputo organizzare un piano sanitario decente, hanno bloccato le terapie domiciliari, hanno nella migliore delle ipotesi bruciato milioni in strumenti difettosi, mascherine tossiche, tamponi da oroscopo, hanno puntato tutto su un vaccino che, quando è arrivato, comunque in ritardo, ha creato non poche perplessità e qualche contraccolpo letale, hanno fallito sulla burocrazia, hanno mentito sui rimborsi, si sono fatti trovare impreparati dopo la prima, la seconda e la terza ondata, hanno condannato l’intero comportato dei piccoli e medi imprenditori privati, hanno insufflato nella popolazione i germi della paura e del sospetto, hanno mandato a puttane un anno di vita collettiva. E Grillo, l’elevato, taceva. Difendeva il fuoriclasse Conte. Sclerava per comprensibili questioni familiari.
Adesso, nel gorgo di una crisi più comica che seria, più patetica che tragica, si sveglia e dice: Conte non è nessuno, non vale niente. Sì, lo sapevamo, lo avevamo capito, lo abbiamo scoperto sulla nostra pelle. Però noi eravamo gli infami, lui l’Elevato e Giuseppi quello mandato dall’Elevato. A questo punto l’uomo comune dice: ma levatevi tutti dai coglioni. Però l’uomo comune non esiste più, esiste il suddito automa che si abbevera al pozzo avvelenato di una informazione puttanesca e perfino la scoperta della inadeguatezza di un mediocre da parte di chi l’ha creato passa in cavalleria, come l’ennesima ragazzina che s’è inventata la persecuzione e poi ha investito la solidarietà in Mercedes e cani di razza.
Max Del Papa (Blog Nicola Porro)
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