Un’agenda da super vip, quella di Sala, una di quelle agende da togliere il fiato, che rincorre i tempi, le promesse, la presenza in ogni dove. E ancora post sui social, biciclettate, spot, interviste da onnisciente: non c’è che dire perché la sua vocazione di salvatore di Milano, della Lombardia, dell’Italia, sembra tacitare qualsiasi opinione. E la chiamano autorevolezza, da non confondersi con presunzione o supponenza. Con il nulla di fatto sostanzialmente per migliorare la vita dei milanesi, il suo tentativo di convincimento abita in un futuro di programma che può essere sintetizzato in una parola, con aggettivo pertinente: mobilità assurda per obbedire ad un’ideologia orecchiata di urbanistica tattica che nobilita, nelle intenzioni, un’infinità di corsie e piste ciclabili spesso inutili.
Ma tutta questa forsennata attività, l’alleanza con sette liste in contraddizione l’una con l’altra, la vicinanza con categorie coccolate (vedasi gay e centri sociali) non gli permettono di essere il preferito in un sondaggio Tecnè riportato da Radio Lombardia
E il Centrodestra non ha ancora designato il competitor candidato che possa sbandierare la realtà, contrapporsi con la concretezza di una mala-amministrazione, che si ponga, insomma, da protagonista nel contraddittorio.
Per ora sono i cittadini che si ribellano ai sogni senza riscontri nel reale di un Sala lontanissimo dalla vita quotidiana
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano