Le dichiarazioni di Sala suonano come un implicito riconoscimento del suo fallimento, soprattutto là, dove era doveroso essere presente e fattivo, nel campo sociale che ha trascurato. Cinque anni persi per capire qualcosa, per riflettere sulle competenze di un sindaco, per promettere oggi di avere più coraggio. Cinque anni persi per i milanesi nelle migliori delle ipotesi, ma cinque anni in cui la città è peggiorata, senza una guida attenta.
“Quando mi sono candidato nel 2016, sapevo di essere uno che sapeva fare le cose e che aveva dentro un sentimento politico e sapeva dove indirizzarlo ma che aveva ancora inesperienza politica. In questi anni credo di aver fatto una maturazione politica che mi farà avere più coraggio nel secondo mandato se sarò rieletto”. Dichiarazioni a margine della presentazione della lista Milano Unita, di cui fa parte l’assessore all’Edilizia scolastica Paolo Limonta. E quel “coraggio” a cui fa riferimento sarà indirizzato “nelle politiche sociali che non sono tanto e solo quanto il Comune investe nel welfare, perché noi su quello investiamo una cifra già significativa, ma bisogna passare dall’individuazione di bisogni estremi nella cura a trovare formule per ridare opportunità a chi è in situazione difficili.”
Quale welfare? Quello per i migranti? Adesso constata che ci sono fasce fragili e bisognose di cui non si è mai occupato? Il tandem con Majorino non ha risolto alcun problema agli anziani, alle famiglie in difficoltà, ai disabili.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano