I barconi-dehors sequestrati dal Comune, sono marci in un parcheggio, dopo ingenti costi per la rimozione

Milano

Gli affari dell’assessore al Demanio Tasca e conseguentemente del Comune hanno spesso un riscontro a dir poco discutibile. E in più parliamo di un Sindaco manager che dovrebbe fiutare l’utilità degli affari messi in campo.

Ricordate i 5 barconi sui Navigli che vennero sequestrati dal Comune? Oggi marciscono in un parcheggio ATM a Trenno dal 2018. Il Demanio sperava di rivenderli, ma nessuno li vuole. Sono andate a vuoto due aste e il Comune, per spostarli a Trenno, nel gennaio 2018 spese 171mila euro. Barconi-ristoranti che rappresentavano memorie romantiche, sogni inespressi, paesaggi anche romantici. Erano Bar o ristoranti galleggianti sui Navigli da trent’anni. Senza autorizzazione spiega il Comune, ma rappresentavano un’attrattiva e una fonte di guadagno: per questo i proprietari sono in causa con il Comune.

Certo se nessuno li vuole  vi sono buone  ragioni, la prima delle quali è che il Comune ha deciso che il costo del trasferimento sarà a carico dell’acquirente, ed essendo i barconi lunghi 20-25 metri e larghi 5, il costo del loro trasloco sarebbe sicuramente più alto del prezzo di acquisto. In più non è facile capire dove, a Milano e dintorni, si possano piazzare bestioni di quelle dimensioni. Come spiega Libero “portarli via dai Navigli era stata di per sé una operazione complessa e costosa: squadre di operai avevano “staccato” la parte superiore delle imbarcazioni dagli scafi, che enormi gru avevano poi sollevato dall’acqua per posizionarli su camion autorizzati ai trasporti speciali che, nel corso di tre notti, li avevano portati a Trenno.”  E la cosa non era stata semplice dato che, come ricorda l’allora assessore alla Sicurezza Carmela Rozza, «il giorno precedente c’erano state tensioni coi proprietari dei mezzi, che avevano tentato di impedire il sequestro dei loro barconi».

L’operazione, assai complessa, aveva avuto costi elevati, che Il Comune per procedere in modo più celere,  aveva anticipato i circa 170mila euro necessari per la costosa operazione, cifra che è poi stata messa “in conto” ai proprietari che però, rifiutandosi di pagare, hanno messo in moto una nuova vicenda giudiziaria che si trascina da circa tre anni.

In conclusione i barconi giacciono abbandonati, arrugginiti, senza manutenzione e testimoniano ingenti costi senza guadagni da parte del Comune.

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