Il sentimento diffuso, la carne della gente, il sudore del disagio per le tante problematiche irrisolte, non sono riducibili ed espresse in un post autocelebrativo, al numero di like di sostegno, a visioni futuribili e insostenibili nella realtà.
Il Centrodestra ha detto Luca Bernardo, una persona con la verità della sofferenza incontrata ogni giorno, con una professione che esalta il dare e non l’avere «Io corro per vincere. Milano è in cerca di ripresa, di rilancio. Voglio però partire con una campagna di ascolto, perché la cosa peggiore è non sentirsi considerati. I milanesi hanno voglia di un cambio di passo, dopo il periodo terribile che hanno passato» (l’intervista è stata rilasciata al Corriere) «Ascoltare le persone. Un esempio da pediatra: una diagnosi di un bimbo che piange può esser fatta in maniera corretta solo se si sa ascoltare bene la mamma. Vale anche per la città, i cui bisogni vanno interpretati e capiti, dal centro alla periferia».
Una rivoluzione di metodo, la negazione di piani ideologici costruiti ai tavoli consultivi con masturbazioni mentali di coloro che si sentono esperti. E Bernardo conosce le periferie «Le conosco benissimo perché vado in giro a visitare i pazienti e da 20 anni faccio attività di prevenzione, formazione e cura nelle scuole e nei quartieri». I tagli di nastri per murales o inaugurazioni di piazza “tattiche” appaiono, senza ombra di dubbio, presenzialismo e marketing.
All’invito di dare un voto al Sindaco Sala, risponde «Insufficiente. Soprattutto in ambito sociale, non mi pare proprio che abbia fatto tutto quello che poteva essere fatto».

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano