La fierezza di Sala nell’annunciare 7 liste d’appoggio alla sua candidatura è lì da vedere, unisce visioni contraddittorie da eventualmente sciogliere con dibattiti interminabili: quando si dice che la somma dei voti non necessariamente è positiva. Anzi…visioni in contrasto creano immobilismo e conflittualità. Per chiarire: la lista di sinistra Milano non vuole il nuovo Stadio, nonostante Bonomi, ad esempio, abbia salutato il progetto come fortemente positivo per la rinascita produttiva. Milano Unita scrive in un post “Il Progetto del nuovo stadio è in realtà un pretesto per avviare un’operazione immobiliare/finanziaria che ripropone un vecchio modello di sviluppo: consumo di suolo, cemento su un parco di 5 ettari, residenze super lusso da 10.000 euro al metro quadro, quattro grattacieli e due centri commerciali. Vogliamo riaprire una discussione che porti all’abbandono definitivo del progetto del nuovo stadio per un piano di fattibilità che risponda davvero al pubblico interesse in termini di vivibilità, di salute e di sostenibilità.”
E il tempo passa, le Olimpiadi si avvicinano, Sala che fa? Prende tempo fino a quando? Tra i partecipanti alla proposta dibattuta ieri, oltre ai due capilista Paolo Limonta ed Elena Lattuada, Milly Moratti, consigliere comunale, Riccardo Aceti e Nicola Magistretti, co-autori del Progetto di riqualificazione dell’attuale stadio Meazza; David Gentili, Presidente della Commissione AntiMafia del Comune Milano; Claudio Trotta, fondatore di Barley Arts e Slow Music e Nicola Fratoianni, parlamentare e Segretario Nazionale di Sinistra Italiana.
Non è compito mio sentenziare con un giudizio sulle proposte in campo, ma sono curiosa di capire quale sia la mediazione di Sala Verde per conciliare i due progetti in antitesi
Anna Ferrari
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