“Milano è Milano – Ragionevolezza – Meno Estetica più Etica”: una sintesi che contrappone al decisionismo impositivo di Sala una visione della città che rispetti la complessità di vita, di lavoro, di socialità dei milanesi. E’ Elisabetta Carmignani, libera professionista, candidata nella lista civica “Muovermi” in Forza Italia per il Consiglio Comunale, che parla. Idee chiare, esperienze dirette, impegno civile, apertura equilibrata per ogni tipo di innovazione, ma che sia utile e fruibile dai cittadini. La sua concretezza sta nella conoscenza di una Milano fortemente identitaria e nella necessità di risolvere con buon senso le esigenze dei residenti in città.
“Non faccio parte di una politica a volte esasperata e travisata da tornaconti personali e opportunistici, vengo dalla società civile, ho una mia attività, ma so guardare la pessima gestione di questa amministrazione della mobilità e la conseguente viabilità. Nessun rispetto per i cittadini, nessuna utilità per la comunità, arbitrarietà e imposizione. I risultati sono pericolosi e dannosi. Il traffico, chiamiamolo, alternativo creato da Sala è insopportabile e irrazionale. Danneggia chi deve lavorare, chi ha un negozio o un’attività, chi vuole accompagnare la mamma in Centro, in quella pasticceria che romanticamente rimane come amarcord nell’età avanzata. Esperienza personale, quest’ultima, perché la mobilità privata è stata praticamente bandita e qualora usassi l’auto, dove la parcheggeresti? Sala ha cancellato moltissimi parcheggi, anche quelli per disabili”
L’osservazione è importante per chi ha fatto per anni volontariato ed Elisabetta Carmignani è stata attiva presso l’associazione onlus Seneca. con dedizione e sensibilità.
“E’ mancata una visione totalitaria, non è stato considerato l’impatto che una trasformazione così radicale può avere su chi vive in città o viene a lavorare. Non sono state valutate le priorità. Il cittadino non è mai stato interpellato, le piste ciclabili sono state realizzate a casaccio e hanno mangiato spazi per i pedoni e i disabili, i divieti sono solo punitivi, le metropolitane chissà quando apriranno, i servizi pubblici sono insufficienti. Milano è mal collegata: se una persona viene a lavorare qui ma abita in un paesino non servito, deve forzatamente prendere l’auto personale, e poi? “Meno Estetica e più Etica”, perché ogni limite messo in atto è un limite alla produttività, perché se l’intenzione di innovare la città è creare piazze di Urbanistica Tattica, vuol dire non aver capito Milano. Milano è Milano con la sua Storia e la sua identità che non va stravolta. L’innovazione in sé è un progetto positivo, ma va pensata con un piano di ragionevolezza, considerando tutte le ricadute, soprattutto sul lavoro, rispettando la libertà di movimento, valutando lo stato reale del territorio. Io ho usato spesso la bicicletta ma oggi ho paura, perché l’attuale caos mi fa paura. E, ad esempio, in via Dezza la pista ciclabile non è fruibile per le tante radici degli alberi che emergono rendendo la strada un percorso a ostacoli. Mi piacerebbe una città a portata d’uomo, fruibile da tutti”
E una proposta “Un taxi Rosa” per permettere alle donne, in ore serali, di prendere un taxi a costi calmierati. Potrebbe costare 5 euro per un percorso che non superi i 5 chilometri. Una proposta per la sicurezza di chi vive sola e abita in zone degradate e pericolose.”
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano