Superfrutti e supersemi: l’intervista alla nutrizionista Margherita Petio

Scienza e Salute

Sebbene non esista una vera e propria definizione di superfrutti e di supersemi, per almeno alcuni di essi sono state descritte (anche da organismi autorevoli, come l’Institute of Food Technologist) proprietà nutrizionali particolarmente benefiche per la salute.

Per saperne di più abbiamo intervistato la Dott.ssa Maria Margherita PetioBiologa Nutrizionista, specializzata in Patologia Clinica, esperta in medicine integrate (MTC, Medicina Funziona, Medicina Quantistica).

Superfrutti e supersemi: cosa sono?

Oggi abbiamo bisogno di attribuire aggettivi per esaltare ogni cosa e di conseguenza si tende a farlo anche in campo nutrizionale.

Il termine SuperFood venne usato per la prima volta nel 1949. Fu un giornale canadese, a descrivere alcune presunte qualità nutrizionali di un muffin. Invece nel 2004, in maniera del tutto libera, venne coniato il termine “superfruit”  ma, nel 2007, l’Unione Europea vietò l’uso del termine “superfood” sugli imballaggi. Quindi la parola “super”, che qualitativamente ne descrive una garanzia di efficacia, è stata abolita per descrivere un prodotto.  A questo punto la constatazione mi porta ad affermare che si tratti di alimenti  che possiedono una serie di caratteristiche benefiche e nutrizionali per la salute dell’organismo.  Ma quando si parla di nutrizione, l’assunzione di un singolo nutriente non basta. Dico questo perché qualcuno potrebbe essere indotto a credere che il consumo di uno solo di questi “superfrutti” o “supersemi” sia sufficiente per garantire il fabbisogno giornaliero di quell’elemento.

Quali sono questi i frutti e semi che hanno proprietà “super”? 

Ne cito solo alcuni tra i più noti riportati in alcuni libri :

  • Radice di Ginseng (Genere Panax)
  • Guaranà (P. capuana)
  • Bacche di goji (L. barbarum)
  • Semi di canapa (C. sativa)
  • Semi di chia (S. hispanica)
  • Wheatgrass o erba di grano (T. aestivum)
  • Frutti di mirtillo rosso palustre (V. macrocarpon)
  • Frutto dell’albero del pane
  • Radice di curcuma (C. longa)
  • Fungo reishi (G. lucidum)
  • Papaya fermentata (frutto fermentato della C. papaya)
  • Foglie di trifoglio rosso (T. pratense)
  • Foglie di vite rossa (V. vinifera)
  • Radice di zenzero (Z. officinale)
  • Alga spirulina (A. platensis)
  • Semi di caffè verde crudo (C. arabica oppure C. robusta)
  • Bacche di açaí (E. oleracea)
  • Melagrana – frutti di melograno (P. granatum)
  • Frutti delle specie appartenenti al Genere Hippophae
  • Frutti di noni (M. citrifolia)
  • Semi di mangostano (G. mangostana)
  • Maca o Ginseng delle Ande (L. meyenii)
  • Matcha – che sarebbe un particolare tipo di tè verde
  • Yarsagumba (fungo O. sinensis sulle larve di lepidottero fantasma).

Benefici e proprietà 

Hanno molte proprietà, energizzante e tonificante, come nel caso del ginseng e del guaranà e antiossidante come quella dei mirtilli. Proteggono il sistema immunitario, sono anti-invecchiamento e antinfiammatorie.  Contengono Vitamine, Sali Minerali e Acidi Grassi Senza dubbio queste proprietà sono contenute in ognuno di questi alimenti ma come più volte mi sentirete dire “ il singolo non fa la differenza”… c’e bisogno di un lavoro di squadra.

Oggi, al “superfrutto”, viene spesso attribuita la capacità di risolvere vari problemi di salute. è vero? 

Quando si parla di nutrizione l’assunzione di un singolo nutriente non basta e  tanto meno può determinare di per sé una riduzione di qualche malattia. E’ necessario che ci sia un’associazione di elementi.  Studi scientifici riportati su PubMed ci parlano di alimenti funzionali che possono essere efficaci nella prevenzione della sindrome metabolica e successivamente dell’insorgenza di malattie cardiovascolari e diabete mellito di tipo II. Ma sottolineo. Il loro consumo può solo contribuire alla prevenzione della sindrome metabolica per la presenza di composti potenzialmente bioattivi ma non alla risoluzione di una patologia. E comunque la riduzione di un rischio di patologie metaboliche o altre, può essere conseguita solo con l’associazione di una combinazione di elementi.

Un approccio valido anche per il “superfrutto” pomodoro? 

Mi riservo di rispondere poiché sono state dette molte cose poco supportate da dati scientifici come ad esempio quello di aver associato il pomodoro ad una riduzione del rischio di tumore alla prostata. Molto spesso si associa, ad un singolo alimento, un beneficio di un organo quando invece tale risultato viene conseguito con associazione o combinazioni di fattori.

Dal punto di vista della nutrizione nel suo complesso, però, questi alimenti hanno un ruolo. Qual è?  

Evito di dare informazioni fuorvianti perchè adoro gli alimenti elencati e citati come “Super”. Sottolineo solo che tutti gli alimenti che siamo soliti assumere sono costituiti di sostanze che appartengono a diverse classi di composti chimici e sono note col nome di “nutrienti” utili per “il fabbisogno energetico”,  “ il fabbisogno plastico”,  “il fabbisogno idrico”, “il fabbisogno bioregolatore”. Il loro ruolo, soddisfa le nostre esigenze nutrizionali solo se integrati in un contesto alimentare. Voglio descrivere, in breve, cosa intendo. Per aiutare i lettori di cosa la nostra natura ci chiede e di cui abbiamo bisogno.

Il nostro organismo svolge durante tutta la sua esistenza una serie di attività: quelle controllate dalla volontà (camminare, svolgere lavori fisici o mentali, praticare sport, ecc.) sia quelle indipendenti da essa (battito cardiaco, contrazioni dei muscoli respiratori, lavoro connesso con la digestione, con il mantenimento della temperatura corporea, ecc.).  L’energia necessaria per queste attività è attinta dagli alimenti, in particolare dagli zuccheri, dai grassi e dalle proteine: il  fabbisogno Energetico. Il nostro corpo è continuamente soggetto ad un processo di rinnovamento che coinvolge cellule e tessuti. Questa incessante opera di demolizione e di ricostruzione deve essere sostenuta, oltre che con l’introduzione di energia, anche con l’approvvigionamento di materie prime adatte alla fabbricazione delle cellule e dei tessuti. A questa esigenza rispondono gli alimenti ricchi di proteine e di alcuni grassi: il fabbisogno Plastico.

Il corpo umano è costituito per il 65% di acqua. Essa è il componente principale dei fluidi corporei (sangue, linfa) che trasportano tutte le sostanze di cui abbiamo bisogno a tessuti e cellule dell’organismo. L’acqua inoltre partecipa alla totalità delle reazioni chimiche che avvengono nelle nostre cellule, facilita la digestione dei cibi e contribuisce a mantenere costante la temperatura corporea. È importantissimo che l’acqua persa con le urine, col sudore e con le feci venga continuamente reintrodotta bevendo ed assumendo alimenti che ne siano particolarmente ricchi (latte, frutta, verdura): il fabbisogno idrico Tutte le complesse reazioni chimiche che avvengono nelle cellule e nei tessuti non potrebbero aver luogo senza l’intervento dei cosiddetti “bioregolatori”. Tra i bioregolatori un ruolo fondamentale spetta alle vitamine ed ai sali minerali, che ingeriamo soprattutto con gli alimenti di origine vegetale: il fabbisogno Bioregolatore.

In conclusione, quindi, quali sono i lati positivi della presenza dei superfrutti sulle nostre tavole? 

Quello di apportare un contributo per ampliare la varietà del nostro regime alimentare.

E’ normale che quando viene fatto un piano alimentare personalizzato, vengano presi in considerazioni anche questi alimenti ma non perché indicati come “Super” ma, semplicemente perché utili a completare l’apporto di elementi nutrizionali.  Il mio obiettivo è quello di integrare nell’alimentazione quanti più alimenti possibili, facendoli ruotare nel corso della settimana, al fine di unire i benefici di ognuno.

dottori.it

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