Andrea Cangini “Un’assemblea costituente per salvare l”Italia”

Attualità

A cosa penseranno i leader politici dal 3 agosto? Penseranno solo al partito o anche allo Stato? Penseranno solo ai giochi da fare nel Palazzo fino alla fine della legislatura, o avvertiranno anche l’urgenza di ristrutturare l’edificio in vista della prossima?

Il 3 agosto, con l’inizio del semestre bianco, comincerà una fase nuova e tutto lascia credere che da quel momento l’attenzione dei capi politici sarà più che mai appuntata su obiettivi e calcoli di breve periodo: le elezioni amministrative, il posizionamento dei rispettivi partiti, le loro alleanze, l’elezione del nuovo presidente della Repubblica… Tutte cose importanti, ma non decisive. Decisivo sarà quel che accadrà dopo. Dopo che Mario Draghi sarà uscito di scena.

Il suo ingresso a Palazzo Chigi ha conclamato una crisi di sistema, la sua uscita ci lascerà in balia di un sistema in crisi. Sarebbe ingenuo pensare che le riforme del Pnrr siano sufficienti a risanarlo in profondità; sarebbe folle ritenere che l’efficacia luogotenenziale dell’attuale governo possa procrastinarsi oltre la fine dello stato di eccezione che l’ha consentita; sarebbe prudente ritenere che dopo la parentesi draghiana i cittadini non potranno più tollerare le inefficienze dello Stato, la debolezza dei governi, la vetustà delle strutture pubbliche e delle loro politiche, e sarebbe saggio temerne la reazione.

Se vogliamo scongiurare il fallimento o la sovversione, dobbiamo per prima cosa adattare alle esigenze presenti quella Legge fondamentale che ispira ogni legge del parlamento, che indirizza ogni politica del governo, che determina le funzioni e i poteri dello Stato in cui viviamo. Un abito cucito, assecondando stili a dir poco diversi, oltre settant’anni fa sulla gobba di un’altra Italia calata in un altro mondo.

Oggi consideriamo imprescindibile mettere mano alla giustizia, alla burocrazia, al lavoro, al fisco, alle libertà, alla formazione, alla forma di governo, ai rapporti tra lo Stato, le Regioni e i cittadini, alla qualità del ceto politico… Messe insieme fanno una gigantesca riforma di sistema che potrà compiersi solo se ispirata e legittimata da una riforma costituzionale compiuta.

Tra la fine della guerra e l’inizio della ricostruzione, in un clima di unità nazionale un’Assemblea costituente eletta dai cittadini su base proporzionale in 17 mesi diede all’Italia una Costituzione nuova di zecca. Sarebbe perciò non solo auspicabile, ma tecnicamente possibile che tra la fine del Covid e l’inizio della prossima legislatura un’Assemblea costituente eletta entro sei mesi dai cittadini adegui quella Carta allo spirito e alle esigenze attuali, come allora intervenendo su Diritti e doveri dei cittadini, Organizzazione costituzionale dello Stato, Rapporti economici e sociali.

“Quando la luce tornerà, non sarà tutto come prima”, ha detto Draghi nel suo discorso di insediamento. Sta ora a noi evitare di farci trovare in mutande quando, tra meno di due anni, i riflettori del mondo illumineranno di colpo l’Italia e al posto di Mario Draghi ci sarà, probabilmente, uno degli attuali leader di partito.

Blog Andrea Cangini senatore Forza Italia

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