“Il rinvio a settembre dell’attesa riforma fiscale deciso dal governo rischia di condannare al fallimento almeno un milione di autonomi e partite iva che stanno subendo gli effetti della crisi scaturita dalla pandemia, senza aver ricevuto aiuti concreti dallo Stato”. A lanciare l’allarme è Eugenio Filograna, presidente del movimento Autonomi e Partite Iva. “Sulla riforma proposta dal ministro Franco ci siamo già espressi negativamente in quanto riteniamo che il provvedimento serva solo ad accontentare l’Europa per farci dare i soldi promessi. Il disegno di legge delega di riforma tributaria di 40 miliardi del Governo Draghi è cinque volte inferiore alle reali necessità degli Autonomi e Partite iva. Falliranno un milione di Autonomi e Partite iva, quelli che hanno pagato di più il prezzo del covid, e con loro saranno licenziati da 3 a 9 milioni di dipendenti”. “Chiediamo al governo di avere coraggio di varare un vero condono equitativo, ovvero un provvedimento in grado di risanare il bilancio dello Stato, che conta mille miliardi di crediti non riscuotibili, e realizzare un condono tombale equitativo al 30%, che coinvolge i terzi attraverso la cessione del credito inesigibile dello Stato, in cambio di un credito d’imposta tre volte più grande dell’acquisto effettuato”, spiega Filograna. “Lo Stato pulirebbe il falso credito in bilancio, cedendolo a terzi in tranche di mille euro, al prezzo di 300 euro. Un titolo di credito compensabile in 10-15 anni con le proprie dichiarazioni dei redditi. Un titolo di credito cedibile mediante girata, anche ad un prezzo superiore a quello pagato. Una specie di cambiale liberamente circolante. Questo metodo farebbe incassare subito circa 300 miliardi di euro, e altri 250 miliardi circa in 10-15 anni”, conclude il presidente di Autonomi e Partite Iva.
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