Dal Gambadelegn, muoversi a Milano è una necessità, il tram un compagno di viaggio, e l’evoluzione dei mezzi di trasporto, una conquista dell’intelligenza milanese. Ma è memoria di un romanticismo che poneva la conoscenza e a volte l’amicizia in primo piano, il dialogo un’opportunità, il “noi” un plurale spontaneo. Sul tram si saliva per andare al lavoro, per fare “un giro”, per respirare l’aria di primavera. Appena arrivata a Milano, la sete di conoscerla, di stupirsi davanti a palazzi storici, chiese secolari, parchi vivi con bambini e anziani, era la scoperta di una città che neppure l’immaginario più fertile avrebbe potuto immaginare. Quale è il tuo tram? Quello che ha accarezzato i tuoi sogni o la fatica quotidiana?
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