Divagazione filosofica su libertà, vita e alcuni “problemini” sollevati da questi tempi di Covid. Se il “cives” tramonta con il tramontare della democrazia, chi prenderà il suo posto?
Primo indizio (o sintomo): Probabilmente sono possibili due diverse interpretazione di quanto affermato dal Presidente della Repubblica, in occasione dell’ultima “cerimonia del Ventaglio” («La libertà è condizione irrinunciabile ma chi limita oggi la nostra libertà è il virus non gli strumenti e le regole per sconfiggerlo»).
La prima mi sembra ben riassunta da quanto scritto da Davide D’Alessandro su Huffington Post il 27 luglio scorso, in risposta a Massimo Cacciari: «Com’è possibile esprimere preoccupazione per la vita democratica e non per la vita? La vita non viene forse prima della democrazia, non viene forse prima di tutto?».
La vita, la lotta contro il virus sono la priorità. La libertà, e la democrazia che ne è il limitato e imperfetto tentativo di concretizzarla nella vita pubblica si riconquistano solo sconfiggendo il virus. A qualunque costo.
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