Ma adesso, vi prego, non sprechiamo questa occasione. Perché sì, è bellissimo essere protagonisti delle Olimpiadi, è un sogno tutto italiano, fatto di impegno, creatività e caparbietà individuali. Perché quelle ragazze e quei ragazzi sono il nostro orgoglio e la nostra speranza, la nostra storia e il nostro futuro. Noi italiani, noi nazione, noi patria, noi polis, non dobbiamo quindi commettere il crimine di nasconderci dietro le loro vittorie. Il nostro sport non può essere solo quello di applaudire quando si vince e piangere quando si perde. No, non basta. E accontentarsi di quel che fanno loro, i nostri eroi, in nostra vece, è sintomo evidente di un paese che vorrebbe essere grande ma non ci riesce. Cominciamo allora (ricominciamo) a investire politicamente e pubblicamente, nello sport scolastico: ricostruiamo scuole vere, con palestre, stadi, piscine, strutture per tutte le discipline. E poi teniamole aperte tutto il giorno. Se serve anche la notte. E assumiamo allenatori, organizziamo tornei scolastici regionali, interregionali, nazionali. Facciamo ciò che fanno tutti i grandi paesi: lo sport diventi strumento di crescita individuale, comunitaria, culturale, sociale. Lo abbiamo visto in questi giorni, l’integrazione, anche etnica, avviene anche combattendo insieme per uno stesso obiettivo. Per partecipare insieme ad un disegno più grande da comporre ognuno col proprio tassello.
Il più grande piano di investimenti pubblici per lo sport: questo ci dicono, questo ci ordinano di fare i nostri sportivi, quei ragazzi che hanno portato l’Italia in alto alle Olimpiadi. Questo dovrebbe essere il nostro ringraziamento. Perché è ora di farla finita di scaricare la responsabilità delle politiche sportive sulla buona volontà dei privati cittadini, di appassionati, di sognatori, di migliaia di eroi quotidiani, sulla follia di migliaia di associazioni per lo più abbandonate a loro stesse. Lo sport è davvero troppo importante per essere lasciato esclusivamente al caso; lo sport deve essere uno sforzo collettivo, quindi politico. Perché lo sport deve essere sangue vitale di una comunità nazionale, cuore pulsante, energia. Deve rappresentare e rappresentarci. Lo sport è bandiera. È identità. È fatica e grandezza. Ed è per questo che grida vendetta, grida allo scandalo per la mancanza di un ministero per lo sport in Italia, motivo per cui non si riescono nemmeno più a costruire grandi stadi che diventino cattedrali moderne. C’è addirittura chi pensa che organizzare le Olimpiadi e grandi eventi sportivi sia solo spreco di denaro pubblico. E se invece pensare a tutto questo fosse l’essenza della politica? Far vivere meglio i nostri giovani, renderli protagonisti di avventure individuali e collettive, trasformare le nostre città (ricordate il Rinascimento!) lasciando il segno, i segni delle nostre storie contemporanee e organizzare quei grandi eventi che sanno farci sentire comunità? Cosa ci sarebbe di meglio per ringraziare i nostri azzurri che ci hanno fatto sentire orgogliosi di essere italiani? Niente, non ci sarebbe niente di meglio.
Blog Filippo Rossi Leader Buona Destra
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