Quando manifestai ai dirigenti di Forza Italia il mio desiderio di candidarmi al Consiglio Comunale di Milano, decisi anche di proporre di gestire un tema a me particolarmente caro: la cultura.
La città dove sono nata, Trieste, è famosa per essere stata la culla della cosiddetta civiltà mitteleuropea e ha dato i natali ad illustri letterati. Cito per tutti Claudio Magris, scrittore e germanista di chiarissima fama.
Oggi lo spunto per cui parlare di cultura mi viene dato da un fatto di cronaca pubblicato su Instagram dal Memoriale della Shoah, che seguo con interesse, a cui secondo me va dato assoluto rilievo.
Vi si apprende che regolarmente durante la notte la piazza dove ha sede il Memoriale, Piazza Edmond Safra, diventa un luogo di ritrovo e frequentazione di spacciatori e sbandati che lasciano le “tracce” del loro passaggio. Il giorno dopo Amsa e gli stessi responsabili del Memoriale si trovano a dover ripulire e disinfettare il piazzale da escrementi, siringhe, e sporcizia di ogni genere.
Possibile che a Milano accada anche questo? Ancora una volta mi chiedo: dove sono i controlli?
Due notti fa, i “frequentatori” in cerca di maggiori soddisfazioni hanno pensato anche di spaccare i vetri delle finestre di quel luogo che definirei sacro, senza il dubbio di esagerare.
Provengo da una famiglia ebraica, sono cattolica ma vicinissima alla mondo ebraico e considero quindi un dovere esprimere il mio sdegno.
Lo diciamo ancora a voce alta. Occorrerà fare un grande sforzo per riportare Milano ad essere una città sicura perché non lo è più. Deve essere un impegno preciso, il programma elettorale di Forza Italia lo spiega con chiarezza.
E non mancherà nemmeno il mio e nostro impegno per diffondere e difendere allo stesso modo sia la cultura che la memoria.
Infine, un invito ad andare a visitare il Memoriale della Shoah. Una esperienza da cui si esce culturalmente arricchiti e che rimarrà per sempre nella memoria di ognuno.
Ida Vouk
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Ogni sacrario deve (stavo scrivendo dovrebbe, ma non è sufficiente) essere, se non onorato, rispettato e inviolabile, in un consesso civile, senza che sia necessario richiamare queste condizioni. Si tratta di educazione, di base, non di cultura (che può, ma non necessariamente, esservi associata).