Bernardo: “Per Zone 30, serve intelligenza no ideologia. Taxiblu “Criterio non per fare cassa”

Milano

“Serve buonsenso: le zone 30, in alcuni casi, possono essere utili per la sicurezza, soprattutto di anziani e bambini. Però non possono diventare un cavallo di battaglia ideologico, com’è accaduto purtroppo a Milano negli ultimi 5 anni con le piste ciclabili, disegnate in fretta e senza tener conto degli ostacoli alla circolazione e ai pericoli per i pedoni e gli stessi fruitori. Per vivere e svilupparsi la città, come il corpo umano, deve avere la sua circolazione, se no entra in coma. Chi guida, privati cittadini, chi si muove per lavoro, trasportatori, tassisti, deve essere ascoltato per trovare soluzioni equilibrate. Sì alla sicurezza, rispetto dell’ambiente, ma con intelligenza. Una Milano davvero amica si confronta, ascolta, e poi decide, soprattutto per agevolare chi lavora e svolge un servizio pubblico”. Così il candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo.

– “Le Zone 30 hanno un loro senso soprattutto in prossimità di scuole, ospedali, aree gioco e parchi dove deve giustamente essere garantita al massimo la sicurezza. Poi però se si piazzano invece un po’ più ‘a caso’ solo perché a Milano piace imitare Parigi, pur non avendo le sue infrastrutture e trasporti ed avendo un livello di inquinamento che qui è tristemente molto più alto, il senso di questa misura in parte sfugge. Fatto salvo per il fatto che se su una Zona 30 si installa un autovelox fisso forse a quel punto diventa più un modo per ‘far cassa’ che non per scoraggiare comportamenti stradali scorretti”. Lo dichiara Emilio Boccalini, presidente di Taxiblu 02.4040. “Milano da qualche anno a questa parte su alcuni temi centrali come trasporti e viabilità viaggia un po’ più sull’ onda della demagogia che del pragmatismo e credo sia anche piuttosto lampante. Alcune importanti vie di Milano sono state trasformate in peggio, specie tra il 2018 e la fine del primo lockdown del 2020 quando in barba alla logica si restrinsero strade importanti, eliminarono parcheggi, per creare percorsi pedonali e ciclabili, alcuni di una pericolosità dai più già riconosciuta e sulle quali nei mesi successivi lo stesso Comune ha provato poi a mettere una pezza. Con le Zone 30 non vorremmo che si procedesse allo stesso modo, con approssimazione. Anche perché a Milano negli ultimi anni la velocità media di percorrenza si è abbassata già notevolmente di suo e non per le Zone 30 ma per il traffico e i restringimenti di arterie stradali principali”. (fonte mianews)

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