La Cultura, intesa in modo globalizzante, opera dell’uomo e delle sue capacità creative che possono intervenite sull’ambiente, sulla visione di una politica ampia per la città. Ed è la proiezione del “fare” di Gianpaolo Berni Ferretti, già consigliere nel Municipio 1 e oggi candidato nelle liste di Forza Italia nello stesso Municipio. Avvocato, attento al sociale, molto attivo e produttivo, il suo programma parte da un assioma acquisito, da considerazioni a vasto raggio, onnicomprensive per la valorizzazione di un territorio centrale e nodale di Milano. Cul tura, per dire “illuminiamo” i percorsi di sviluppo con il patrimonio esistente e con la creatività. In tal senso ha promosso incontri e dobattiti per recepire idee nuove, progetti fattibili, melodia di un piano esaustivo. Scrive “La cultura è infrastruttura, ma è anche creatività. Si pone pertanto il problema di come valorizzare il patrimonio tangibile al meglio nell’ambito di uno sviluppo della città, utilizzando la dimensione creativa.
Pertanto l’elemento tangibile e quello intangibile della cultura si devono fondere in modo da generare la pianificazione strategica più adatta per la città che riguarda principalmente i suoi Spazi Urbani e il suo Sviluppo Sociale. Insomma la visione principale secondo cui bisogna sempre partire dalla cultura è il faro del nostro agire, del nostro fare politica, del nostro prendere decisioni sul futuro della città per i prossimi 20-30anni.
E’ la fusione di cultura intesa come patrimonio culturale, spazi urbani e sviluppo sociale la ricetta per realizzare la crescita della città nei prossimi decenni. Questo triplice ingrediente è la mia visione di Cultura che voglio proporre ai miei concittadini come formula per uno sviluppo evolutivo del territorio che trasformi la città di Milano in vero e proprio distretto culturale in piena sintonia con l’ambiente le cuicaratteristiche devono essere le seguenti:
- valorizzazione della cultura e del patrimonio culturale (tangibile e intangibile) e del patrimonio verde come base dello sviluppo economico della città;
- la politica culturale come strumento di riconversione delle aree urbane sia centrali che periferiche: realizzazione di infrastrutture verdi come mix fra opere d’arte e verde pubblico;
- Integrazione delle dotazioni culturali, sia immateriali che materiali, con gli altri settori produttivi della città in modo che la vecchia “città dei servizi” si integri perfettamente nel nuovo distretto culturale (spazi urbani);
- il policy maker è solo locale e deve essere contemporaneamente pubblico (Comune) e privato. Affrontare e risolvere il problema del rapporto tra le istituzioni dedicate alla gestione del patrimonio culturale e lo sviluppo economico territoriale;
- l’organizzazione del distretto: il policy network. Organizzati attorno a specifici programmi e politiche pubbliche (opportuni database) tra attori pubblici e privati si definiscono in maniera volontaria e artificiale forme di relazione stabili, ricercando un’azione collettiva per una soluzione comune di policy: comportamenti estremamente collaborativi fra i soggetti economici (sussidiarietà orizzontale);
- replicare il modello delle relazioni del distretto industriale come sistema all’interno del distretto culturale milanese (sviluppo sociale): un numero consistente d’imprese, associazioni, ed altri soggetti, appartenenti alla stessa filiera produttiva o a filiere economiche collegate si concentranello stesso luogo, utilizzando la vicinanza come mezzo di relazione e di scambio all’interno del quale ognuno si specializza, determinando la crescita dimensionale nazionale ed internazionale;
- si eviti la concentrazione eccessiva del reddito con prodotti finanziari nuovi per far partecipare i cittadini allo sviluppo del distretto;
- gli investimenti privati in cultura non devono essere solo delle fondazioni bancarie, ma occorre agire per attivare iniziative di filantropia.
In sintesi la mia attività di consigliere del Municipio 1 di Milano che va proprio in questa direzione: 20 posti letto per clochard, illuminazione dei Giardini della Guastalla e loro restauro, il piano triennale delle opere pubbliche, l’impegno per il Nuovo Policlinico, il Pavé, le rotaie e le buche stradali, la riorganizzazione di Largo Richini, Porta Vigentina, Via Orti e Corso di Porta Romana, la valorizzazione della Sormani, il restauro della Città Romana o delle 5 VIE (Piazza San Sepolcro, via Fosse Ardeatine, Piazza Mentana, St Alessandro e St Ambrogio) e l’impegno con Stanze Sospese e Coralmente per il Restauro del Carcere di San Vittore.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
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