Buongiorno amici calciofili, riprendiamo il romanzo del campionato dopo le buone prospettive della nazionale in chiave mondiali. La terza giornata si apre sabato 11 con 3 incontri e altrettanti botti, ad iniziare da quello di Napoli dove la Juventus raccoglie i cocci di un campionato già ad handycap e torna a casa con la seconda sconfitta in 3 partite. Avvio disastroso dei bianconeri in campionato, e il Napoli ne approfitta staccandoli in classifica di 8 punti, rimanendo solo in vetta in attesa dei risultati di domenica. Anche l’Atalanta inciampa in casa contro una Fiorentina che si propone come squadra tra le più in forma del momento, mentre l’Empoli a sua volta cede il passo ad un sorprendente Venezia.
Ma vediamo più nel dettaglio come sono andate le cose, iniziando dal nuovo scivolone della squadra di Allegri, i cui tifosi iniziano ad essere un po’ meno allegri e più preoccupati soprattutto in vista degli impegni ormai alle porte di Champions L. Con il morale non esattamente al top, anche se certamente non già rassegnati a rincorrere, i bianconeri scendono in campo trovando subito un Napoli piuttosto deciso a fasi valere: vantaggio iniziale di Morata al 10′, su grave errore in disimpegno di Manolas, ma pareggio ad inizio ripresa di Politano e gol vittoria (2-1) di Koulibaly a cinque minuti dal fischio finale. Malissimo Szczesny, disastroso Kean, che ha colpito di testa verso la propria porta. Allegri e i suoi ragazzi in fondo a un tunnel: squadra mentalmente fragile che ricade in errore inconcepibili. Le assenze dei sudamericani e di Chiesa sono pesate fino a un certo punto, ma non sono la giustificazione per questa nuova sconfitta.
La Fiorentina di Italiano si riconferma ancora brillante e batte (1-2) l’Atalanta a Bergamo. L’assenza di Nico Gonzalez non intacca l’estro di un Vlahovic ormai ai massimi livelli tra i bomber di poderosa stazza. La Dea di Gasperini è tornata a giocare una partita di grande intensità, dimostrandosi però orfana di Muriel una volta raggiunta la trequarti avversaria: il primo tiro in porta addirittura al 54’, quando Zapata si è presentato a tu per tu con Terracciano. Gasperini dovrà cercare di decifrare un ingranaggio offensivo ancora arrugginito, a cui manca l’ultimo passaggio per concretizzare le azioni. I cambi di Malinkovskyi e Gosens a inizio ripresa hanno riportato i bergamaschi in carreggiata, restituendo brio a un attacco altrimenti anemico, ma non è bastato a recuperare almeno un pareggio. Eppure i nerazzurri erano riusciti per primi ad andare in gol con Dijmsiti al 10′, annullato dal VAR, ma sull’azione successiva, tocco di mano di Maehle sulla linea di porta. Vlahovic dal dischetto non perdona, viola avanti e ad inizio ripresa il raddoppio, ancora su rigore per atterramento in area di Bonaventura. Ancora Vlahovic, doppietta su rigore. Al 65′, un altro rigore e stavolta sul fronte opposto: Callejon su Gosens, Zapata dal dischetto accorcia. L’Atalanta ci prova, anche se non con la verve dei tempi migliori, e sfiora il pari all’82’ con Palomino, ma il pallone viene fortunosamente intercettato dal portiere viola Terracciano sul secondo palo. Dettagli da aggiustare per Gasperini, impaziente di ritrovare al più presto l’Atalanta arrembante del campionato passato.
Empoli-Venezia 1-2, i veneti di Zanetti si impongono al Castellani grazie alle reti di Henry (bell’assist di Aramu) e Okereke (progressione pazzesca palla al piede). Male l’Empoli, rianimato nel finale dal rigore di Bajrami, ma veramente troppo discontinuo e impreciso. Tre punti fondamentali e meritati per la squadra lagunare, brutto ko in uno scontro diretto per Andreazzoli e i suoi ragazzi.
Domenica propone a pranzo un piatto genovese, con lo scontro tra Sampdoria e Inter, con i nerazzurri a caccia della terza vittoria per non perdere contatto con il Napoli a punteggio pieno dopo la vittoria sulla Juventus. E l’Inter ci prova, dopo un inizio un po’ stentato per l’aggressività della Samp. Due volte in vantaggio, due volte viene raggiunta, ha occasioni per chiuderla ma sbaglia la mira, e gioca negli ultimi 20 minuti con 10 uomini perché qualcuno si fa male e Inzaghi ha esaurito i cambi. Proviamo a indovinare chi si fa male? Ma si, povero ragazzo, sempre lui, Sensi… E la sensazione è che l’Inter, a malincuore, dovrà decidersi a non contare più di tanto su un suo reale e definitivo recupero, che a questo punto sembra davvero una chimera. Niente da fare allora per Simone Inzaghi, che non sfata il tabù di vincere le prime 3 partite di campionato. La sua Inter viene stoppata a Genova da una Sampdoria coraggiosa e mai arrendevole, nemmeno quando si ritrova per ben due volta sotto, dopo i vantaggi di Dimarco al 18′ (gioiello su punizione) e del “toro” Martinez nel finale di primo tempo. I padroni di casa rispondono prima con Yoshida che pareggia in mischia, su azione da corner al 33′ (tiro deviato da Dzeko che mette fuori causa Handanovic) e in avvio di ripresa col gran mancino al volo di Augello. Inter che spreca tanto in attacco, soprattutto nella ripresa, e sbanda spesso in una difesa rabberciata per l’assenza di uno dei 3 pilastri del sistema, quel Bastoni che è meglio preservare per il primo impegno, molto più severo, di mercoledì con il Real in Champions L. Alla fine 2-2, un mezzo passo falso per l’Inter che comunque ci sta, visti anche altri risultati, a dimostrazione che è iniziato un altro torneo equilibrato e impegnativo, che culminerà poi con i mondiali in Qatar, nel giugno 2022.
Allo stadio Picco, Spezia-Udinese si è concluso 1-0 in favore dei friulani. Decide la giocata del subentrato Samardzic all’89’, su assist di Makengo. La squadra di Gotti vola così a 7 punti e imbocca il tour de force di campionato (i bianconeri sfideranno Napoli, Roma e Fiorentina nelle prossime tre giornate) nel migliore dei modi. Dramma invece per lo Spezia, che vince ai punti il primo tempo disputando una gara più pragmatica ma meno ispirata, rispetto alle uscite precedenti.
Torino-Salernitana si è conclusa col punteggio di 4-0 per i granata. Decidono la sfida le reti di Sanabria, Bremer, Pobega e Lukic nel quadro di un match indirizzato dall’evidente differenza tecnica tra le due squadre. Dopo un avvio piuttosto contratto, gli uomini di Juric sono difatti saliti in cattedra domando una Salernitana anche sfortunata perché capace di colpire ben due legni con Di Tacchio e Djuric. Nel finale spazio anche per il debuttante Ribery. Toro in crescita, Salernitana che si aggrappa al campione giunto in Campania per tentare di centrare un’impresa salvezza che pare davvero proibitiva.
Gran partita in scena all’Unipol Domus di Cagliari. Il Genoa si sblocca in campionato, centrando la prima vittoria stagionale grazie a una grande rimonta in cui Mohamed Fares è eroe designato. Il difensore, in prestito dalla Lazio, firma una doppietta all’esordio con la maglia rosso-blu, mettendo a nudo le difficoltà della difesa cagliaritana sui calci piazzati e facendo esplodere la gioia sulla panchina genoana al momento del 3-2 finale. Grande rammarico per il Cagliari di Semplici, squadra che cala molto nel momento in cui Keita Balde lascia il terreno di gioco (non era al meglio, già tanto che sia riuscito a giocare oltre 2/3 di gara) e non riesce a gestire un doppio vantaggio maturato grazie al rigore del solito Joao Pedro (16′) e alla grande incornata di Luca Ceppitelli su corner di un Marin oggi molto ispirato.
Il ritorno del guerriero Ibrahimovic, 40 anni suonati, porta al Milan la terza vittoria e il primo posto in classifica.
Il Diavolo rossonero è sempre più padrone del suo destino nella pancia di un San Siro bollente: la squadra di Pioli domina una gara a senso unico, frantumando le ancora esili fondamenta tattiche di Sarri. Mai come quest’oggi il Milan si è mosso come una macchina ben oliata, che gioca a memoria e che si nutre degli stimoli elettrici di Tonali, Leao e Rebic. Una vittoria cruciale (2-0), in vista del tour de force che vedrà i rossoneri fronteggiare Liverpool e Juventus la settimana prossima. A partire dal primo minuto il Milan calca il piede sull’acceleratore, senza guardarsi indietro. Poche occasioni clamorose, ma tanta aggressività e palleggio a ridosso dell’area. Al 45’ è Leao a scoccare la prima freccia: ripartenza fulminea, dribbling secco su Leiva, scambio veloce con Rebic e conclusione nell’angolino. Azione magistrale. E’ proprio nei minuti di recupero del primo tempo che una Lazio agonizzante e mai padrona del campo rischia di perdere definitivamente la bussola: Immobile entra in ritardo su Kessié e provoca il rigore. L’ivoriano però esita dal dischetto e stampa il tiro sulla traversa.
Ultimo scontro della giornata, alle ombre della sera l’Olimpico illumina una partita spettacolare tra Roma e Sassuolo. La spunta la Roma, sicuramente con cuore ma altrettanta fortuna perché i neroverdi hanno venduto cara la pelle meritando ben più che un pareggio, raggiunto al 57′ da Djiuricic dopo che la Roma era passata in vantaggio al 40′ con Cristante. E se è vero che la Roma avrebbe avuto più di una possibilità di tornare in vantaggio, è altrettanto vero che le ha avute anche il Sassuolo e più clamorose, colpendo due pali e vedendosi annullare 2 gol. La Roma rischia grosso per 3 volte nel giro di 13 minuti, Boga scatenato semina il panico nella difesa romanista e mette il pallone sui piedi di Berardi che tira prontamente da un paio di metri, il portiere Rui Patricio respinge fortunosamente di piede. Lo stesso Berardi spreca sul fondo un minuto prima, e pochi minuti più tardi, al 72′, è Frattesi a mancare il tap in vincente su cross di Berardi. Poi è nuovamente la Roma a contrattaccare, e Pellegrini si mangia il 2-1 dopo uno slalom tra avversari, solo davanti a Consigli spara alto. Ancora Boga, al 78′ guizza fulmineo davanti al portiere romanista che però riesce a sventare il pericolo. La Roma passa nuovamente in pieno recupero, al 91′ quando sembrava poter cedere alle ripartenze del Sassuolo. El Sharawy, entrato al 70′, pesca il secondo palo dalla sinistra e il rimbalzo finisce dentro. 2-1 e sembra fatta per la Roma, ma il Sassuolo non è ancora rassegnato e fa rizzare i capelli ai giallorossi con un gran gol di Scamacca al 94′, sarebbe il pareggio ma dopo il check VAR viene annullata la sua prodezza e la Roma, sudando freddo, esulta per 3 punti che avrebbe tranquillamente potuto perdere.
La terza giornata si conclude lunedì con Bologna-Verona alle 20.45, arrivederci alle prossime giornate.
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