Ieri ho trascorso un lungo pomeriggio di campagna elettorale tra diversi circoli di anziani.
Sono incredibili la compostezza, l’educazione e la dignità con cui questi milanesi vivono un periodo non facile: pieno rispetto delle norme anti covid, voglia di socialità, amore per la Milano dove sono cresciuti e che hanno contribuito a rendere grande. Infine zero rassegnazione e tanta indignazione per quei fenomeni che nella vecchia Milano, forse più povera ma più educata, non erano così diffusi: sporcizia e imbrattamenti di luoghi pubblici, molestie acustiche di ogni tipo, risse, spaccio, pochissimo senso civico in generale.
Sorprende che a fronte di tanta ricchezza umana e culturale, a fronte delle dimensioni di questo blocco sociale (gli anziani sono un terzo dei residenti di Milano), il Comune di Milano abbia relegato la questione anziani in coda alle sue emergenze sociali.
Il Covid ha fermato la vita dei centri di aggregazione (centri anziani e circoli), ma nulla è stato pensato per ovviare all’aria aperta a questa pesante limitazione. Anche le iniziative comunali per far ballare gli anziani ad agosto sono state sospese.
Nessun piano di informazione sanitaria è stato allestito per far fronte alle fisiologiche preoccupazioni che il virus suscita negli anziani.
In questi anni il Comune da una parte ha aumentato il costo degli abbonamenti Atm per gli anziani, dall’altra ha fortemente messo a repentaglio la sicurezza dei pedoni della terza età a causa di una pessima manutenzione dei marciapiedi e delle insane decisioni di aprire ai marciapiedi la circolazione di bici e monopattini.
Incredibile è poi che la città più ricca e tecnologica d’Italia non abbia sviluppato forme di teleassistenza e telemedicina, mentre l’assistenza domiciliare ha dimensioni ridottissime.
Insomma la grande tradizione di servizi per gli anziani, prima fiore all’occhiello delle Giunte socialiste degli anni 80 e poi di Albertini e Moratti, è stata messa da parte per lasciar spazio ai capitoli di spesa dedicati alle parole d’ordine della sinistra glamour e radicalchic che ci governa: inclusione, accoglienza, lotta alle discriminazioni di genere e razziali.
Così però disperdiamo quel grande patrimonio di esperienza e di valori che solo cittadini anziani attivi e protagonisti potrebbero mettere a disposizione di Milano, dal volontariato alla formazione, alla assistenza.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
In un Paese che distorce la Natura regolando il proprio passo sugli ultimi, la scelta omicida di Sala è razionale.
(Più ultimi mummificati, più Milano primeggia sulle altre città)
Post scriptum : vivo su una sedia a rotelle, in un alloggio senza ascensore gestito da MM, uniche risorse l’ex assegno sociale e l’accompagnamento, coadiuvato nelle faccende domestiche da badanti il cui servizio in questo periodo è diventato più irregolare. (Con ogni probabilità mi verrà impedito fisicamente di votare il 2-3 ottobre).