La voce di LEDHA impone la riflessione su ciò che è stato fatto e che seriamente ogni candidato sindaco intende fare per il mondo della disabilità. Ecco la lettera:
“LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità scrive una lettera aperta ai cittadini e alle cittadine residenti in Lombardia in vista del prossimo voto amministrativo. “Vota chi vuoi ma vota con noi!” è l’appello contenuto nella lettera con cui l’associazione invita gli elettori a considerare -al momento del voto- anche la qualità degli impegni e delle proposte dei candidati “per rendere le nostre città e i paesi più accessibili e inclusivi per tutte le persone: con e senza disabilità”.
“Le associazioni come la nostra –scrive LEDHA– sono per definizione apartitiche. Quindi non è certo nostro compito dare ‘indicazioni di voto’. Tra l’altro, anche al nostro interno le posizioni politiche cono variegate e possono essere molto diverse”. L’invito di LEDHA agli elettori in vista delle elezioni comunali del 3 e 4 ottobre è quello di “verificare se e come i diversi partiti e le liste civiche, i candidati sindaco e gli aspiranti consiglieri comunali trattano alcuni temi a noi cari”.
Ad esempio, se e come viene affrontato il tema dell’accessibilità degli spazi e servizi pubblici (dalle strade alle piazze, dalle scuole ai mezzi pubblici), oppure controllare se nei programmi, negli impegni e nelle promesse elettorali viene spesa qualche parola sulle politiche sociali a favore delle persone con disabilità. “A noi sta a cuore –scrive LEDHA– che tutti gli interventi in favore delle persone con disabilità servano a sostenerne i progetti e a favorire la partecipazione alla vita sociale, senza dover essere inserito inseriti in ‘luoghi speciali’”.
L’ultima raccomandazione riguarda la crescente presenza di persone con disabilità all’interno delle liste elettorali. “Avere una disabilità non è sinonimo di per sé di competenze o di moralità – puntualizza LEDHA -, ma se nelle nostre istituzioni fossero presenti un numero maggiore di persone con disabilità (e in particolare di donne con disabilità), siamo certi che anche lo sguardo dei nostri Comuni e dei nostri amministratori sarebbe più ampio e più attento ai bisogni e alle richieste di tutti i cittadini, compresi di quelli che fanno fatica a sentire la loro voce”.
Milano ha bisogno di un piano dettagliato per abbattere le barriere architettoniche, considerato l’abbandono del problema nei cinque anni di amministrazione Sala, ma anche di una rivoluzione culturale che abbatta pregiudizi e approcci a volte di superiorità.