Il commento di Luciano : 6a di serie A

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Buon lunedì amici lettori, il campionato non concede tregua e si somma agli imminenti impegni in Europa, per molte delle protagoniste. Con il proposito di non sovrapporre mentalmente tali impegni, negli anticipi del sabato cercheranno di concentrare e dosare gli sforzi almeno 3 delle squadre di vertice: Milan impegnato per primo contro lo Spezia, a seguire Inter e Atalanta nel primo dei 3 derby lombardi (tutti in alta quota) , e in serata Genoa-Verona.

Spezia-Milan 1-2. Il 25 settembre 2021 sarà ricordato come il giorno del primo gol con la maglia del Milan del terzo Maldini. Daniel, con un colpo di testa perfetto in avvio di secondo tempo su bel cross di Kalulu, fa esplodere di gioia papà Paolo in tribuna. Ci pensa poi Brahim Diaz, nel finale, a regalare i tre punti a Pioli dopo il gol di Verde all’80’ con deviazione di Tonali: all’87’ Saelemaekers sfonda sulla sinistra e mette in mezzo un pallone che il 10 deve spingere in porta. Nel complesso vittoria meritata, anche se contro un avversario che più volte è andato ad un passo dal gol specie nel finale del primo tempo, quando in contropiede tre contro due, Nzola non serve Maggiore libero in mezzo all’area ma va da Gyasi, più chiuso: serie di passaggi in area, alla fine sventa tutto Kalulu. Il Diavolo vola a 16 punti, lo Spezia resta inchiodato a 4, esattamente come nella precedente partita contro la Juventus, dopo un’ottima prestazione.

E vediamo cosa accade in campo a S.Siro, partita davvero ricca di emozioni e colpi di scena. Succede di tutto, ma veramente di tutto, al Meazza. Partita che va a ondate, con Inter e Atalanta che dominano tecnicamente e fisicamente alcuni momenti della gara. Partono meglio i campioni in carica, subito a segno con Lautaro Martinez, ma l’Atalanta si riprende e ribalta tutto con un Malinovskyi imprendibile e con Toloi. Nella ripresa la squadra di Gasperini cerca di sfruttare un lieve calo dei campioni e sfiora anche il tris, ma il triplo cambio dell’Inter e quello successivo dell’Atalanta riequilibrano la partita. L’Inter ovviamente non ci sta a perdere, tantomeno in casa propria, e gradualmente riprende il pallino del gioco fino a raggiungere il pari con Dzeko (al quinto gol in 6 partite), poi all’85’ l’episodio che avrebbe potuto cambiare il risultato. Demiral in piena area salta allungando un braccio sopra la testa di Dzeko e smanaccia il pallone, che stava per essere colpito dal centravanti ex Roma. Rigore senza dubbio, ma Dimarco lo stampa sulla traversa, con gran disappunto di Inzaghi in panchina e dei tifosi sugli spalti. Da un possibile 3-2, ad un altro, quello di Piccoli, poi annullato perché il pallone era uscito dal campo ad inizio azione . In pratica non c’è stato un attimo di respiro. È la partita più bella di questo inizio di campionato, ma l’Inter con questo pareggio (2-2)fa un regalo al Milan che vince a La Spezia e al Napoli che battendo il Cagliari andrà +4.

Ultimo degli anticipi, Genoa-Verona si è concluso 3-3, battesimo di fuoco per la nuova proprietà americana. Nel primo tempo il Genoa esce bene dai blocchi, ma a spezzare l’inerzia dei primi 10 minuti è il Cholito Simeone: la punta del Verona si immola sull’assist d’oro di Faraoni e trafigge Sirigu di testa. Ferito nel suo momento migliore, il Genoa torna in avanti pur senza trovare le giuste geometrie e distanze tra i reparti: l’azione è compassata e rallentata dall’attrito difensivo del Verona. Le squadre tornano agli spogliatoi con più domande che risposte, dopo una prima frazione contraddistinta da ben pochi squilli, sotto il mormorio sempre più insistente del Marassi. Nella ripresa, ingenuità di Maksimovic, tira un pestone netto su Simeone che, cadendo, si guadagna il rigore. Dal dischetto, Barak trafigge Sirigu senza pietà. La vera partita però, inizia nei minuti finali: il Genoa, sotto di due gol a 13 minuti dalla fine, ribalta il risultato col rigore di Criscito e la doppietta di Destro; quest’ultimo segna all’80’ con una spizzata su calcio di punizione di Rovella, e all’85’ con uno scavino in contropiede. Sul finale, però, il condor Kalinic vanifica tutto: la sua incornata fissa il risultato sul 3-3.

Il turno domenicale propone a pranzo un Juventus-Sampdoria che ha il sapore incerto della ripresa per i bianconeri, reduci dal primo (faticoso) successo in campionato alla quinta giornata, nella partita contro lo Spezia di Thiago Motta. Per la Samp, dopo la buona ma non fortunata prova contro l’Inter e il pesante ko subito dal Napoli, una occasione ma anche una impresa per risollevarsi. Offre una discreta prestazione ma non basta, esce con il punteggio di 3-2 dall’Allianz Stadium. I bianconeri vanno subito in vantaggio con Dybala, che peró al 20′ esce per infortunio. Il raddoppio di Bonucci su rigore, ma sul finale di prima frazione Yoshida accorcia. Nella ripresa Locatelli cala il tris, timbrando il suo primo gol in bianconero. La Juve pare gestire e invece al 83′ Candreva trova la rete del 3-2. Il generoso forcing blucerchiato nel finale non è sufficiente a recuperare un punto, la Juventus vince la sua seconda partita consecutiva, ma l’analisi della partita non consente di dichiarare finito lo stato di allerta del club di Agnelli. Buone frecce al suo arco, con ChiesaDybala e Morata, ma rimpiazzare un tizio di nome C.Ronaldo non è impresa per comuni mortali, e soprattutto in Champions quella maglia N° 7 è un fantasma che aleggerà a lungo sulla schiena di chi dovesse indossarla.

A far volare la Fiorentina, è sempre  Vlahovic. Quarto gol in campionato e vittoria per i ragazzi di Italiano, che dopo lo stop del turno infrasettimanale contro l’Inter, si rilanciano momentaneamente al quarto posto in attesa del risultato della Roma. Alla Dacia Arena, contro una comunque buona Udinese, basta il rigore convertito da Vlahovic al 16′ per decidere il match, il decimo centro in Serie A in altrettanti tiri dal dischetto. Deulofeu prova a guidare la risposta dell’Udinese, ma Dragowski in più di un’occasione e la testa di Milenkovic in pieno recupero negano il pareggio ai padroni di casa. La Fiorentina agguanta la quarta vittoria in questo super avvio di campionato , la terza consecutiva in trasferta, e terzo ko consecutivo per l’Udinese di Gotti.

L’Empoli di Aurelio Andreazzoli raggiunge i 9 punti in classifica scavalcando il Bologna (che resta a 8), sconfiggendolo al Castellani con un roboante 4-2. Gara aperta dall’autorete di Bonifazi e dal momentaneo 1-1 di Barrow. Poi Arnautovic calcia sul palo un penalty al 20′ e i toscani prendono il largo con Pinamonti Bajrami (sempre dal dischetto). Nel finale, la firma di Samuele Ricci, al suo primo gol in Serie A, che chiude il match dopo che proprio Arnautovic aveva provato a riaprirla al 77′.

Sassuolo-Salernitana 1-0, gol di Berardi ad inizio di ripresa. Vittoria importante per mister Dionisi, bravi a sconfiggere un avversario coriaceo e mai domo.

Bella partita al Mapei Stadium, nella prima frazione la Salernitana gioca sicuramente meglio, ma i padroni di casa hanno diverse occasioni per passare in vantaggio. Nel finale c’è un rigore prima dato dall’arbitro per un fallo di Gagliolo su Frattesi, poi richiamato dal VAR, il direttore di gara annulla il penalty in quanto il difensore tocca prima il pallone e poi la gamba dell’avversario. Quindi, tutti al riposo sullo 0-0. Nella ripresa c’è un altro Sassuolo in campo, che in breve passa in vantaggio grazie al colpo di testa di Berardi su cross di BogaCastori cambia tutto davanti, dentro Simy e Bonazzoli, ed è proprio quest’ultimo a svegliare i suoi con alcuni pericoli creati dalle parti di Consigli. Il match è aperto e combattuto, con emozioni e palle gol da entrambe le parti. Ma alla fine sono i padroni di casa a festeggiare la vittoria.

La Lazio aveva bisogno di una grande prova, dopo la sconfitta col Milan e i pareggi con Cagliari e Torino. Ed eccola, nella partita (per loro) più importante dell’anno, quella con la Roma. Nel primo tempo la squadra di Sarri è un treno e colpisce senza pietà quella di Mourinho, che deve fare dei grandissimi miglioramenti in fase difensiva. Prima Milinkovic Savic, poi Pedro (forse irregolare), con Immobile che si mangia il tris. La Roma la riaggiusta con Ibañez, ma nella ripresa Felipe Anderson fa il terzo della Lazio. I giallorossi hanno il merito di non arrendersi: Veretout la riapre su rigore e Zaniolo sfiora il pareggio. Alla fine la spunta chi più ha giocato e chi più ci ha provato, ovvero la lazio (3-2) mettendo a frutto delle “certezze offensive” ormai assodate negli anni. L’assetto Milinkovic-Luis Alberto-Immobile è storia, e lo stesso Felipe Anderson conosce bene quelle movenze. Dall’altra parte di campo, invece, la Roma si batte ma deve fare di meglio dal centrocampo in giù, o sarà durissima restare nelle prime posizioni

Canta Napoli, non sbaglia col Cagliari e torna in vetta alla classifica. Gli azzurri di Spalletti non si fanno intimidire dal fantasma dell’ex Mazzarri, e confezionano un 2-0 che significa primo posto e sesta vittoria nelle prime 6 giornate. Nel primo tempo punge il solito Osimhen, in un momento di grande forma, e raddoppia nella ripresa Insigne su calcio di rigore, conquistato nuovamente dal centravanti nigeriano (fallo di un Godin sempre in bambola). Vittoria meritata e tranquilla, Ospina non rischia praticamente nulla per tutti i 90′. Merito dei partenopei e demerito del tremebondo Cagliari e di Mazzarri, che schiera un undici copertissimo, con João Pedro unica punta e una serie infinita di difensori e centrocampisti, consegnandosi in pratica nelle mani della sua ex squadra. Che ora ha due punti in più rispetto al Milan, con Firenze e la Fiorentina all’orizzonte. Un bel banco di prova.

La sesta giornata si chiude oggi, lunedi 27 settembre con l’ultimo incontro tra Venezia e Torino, alle 20,45. Arrivederci e buona settimana a tutti.

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