Basta con le promesse su ambiente e viabilità da dieci anni. Ben altro si deve fare

Milano

Da dieci anni i milanesi si affidano a promesse, visioni surreali, proiezioni improbabili, cioè da Pisapia a Sala naturalmente compreso. Pifferai magici, si direbbe che ancora, ed è strano, incantano e purtroppo convincono una parte dei cittadini. E il denaro pubblico viene speso non per gli anziani e i disoccupati, ma per dipingere piazze ben presto sbiadite con cui non si mangia. Pifferai anche in malafede, considerato che “il fare” non è nelle loro corde.

Gabriele Abbiati (Lega), una persona che può dire “Io c’ero”, dichiara a Libero “Sono stato presente al 97% delle sedute, ho presentato oltre 5mila segnalazioni e assistito a più dell’80% delle votazioni. Lo dico non per farmi pubblicità, ma per ribadire che il sindaco Sala, invece, ha raggiunto appena la percentuale dell’8%. Solo chi è sul campo riesce a vedere i problemi del territorio». Tanti i problemi «Il primo riguarda il sistema sociale, e la pandemia non ha fatto altro che ingigantirlo. La volontà di accogliere tutti e a tutti i costi ha significato dimenticarsi dei milanesi. E’ inaccettabile…Bisognerà lavorare sodo per rimettere in moto Milano che merita di essere una città sicura, in ordine…Si pensi al tema dell’efficientamento energetico. Cosa ha fatto la giunta di Beppe Sala, dal 2016 a oggi? Ci sono ancora tantissimi stabili comunali con caldaie vecchie e a gasolio che inquinano tantissimo. O 45mila alloggi del Comune da ammodernare…Occorre passare dalle promesse ai fatti. Posso fare un esempio?”. Prego. «Adesso il Comune sta spingendo affinché i milanesi cambino l’auto e ne comprino una elettrica. D’accordo, però oltre agli inviti serve altro…E anzitutto va aggiornata la rete elettrica di Milano. Perché alcune centraline sono vecchie di trent’anni. Se non sistemiamo l’infrastruttura, non possiamo pretendere che i cittadini cambino la quattroruote che hanno in garage. Un discorso simile vale per la mobilità pubblica. Sala e i suoi si fermano agli slogan, in concreto non hanno fatto nulla».

Anna Ferrari

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