C’è un’involontaria ironia nella scelta di ponti fantastici come immagine simbolo delle banconote dell’euro: in realtà, sono innumerevoli i muri che si stanno elevando sul lato orientale, e non solo, del continente europeo. L’Europa, ma anche il mondo, ha centinaia di chilometri di muri o barriere elettrificate eretti ai confini: da sei che erano nel 1989, oggi le barriere fisiche sono diventate 63, a sentire i dati pubblicati nel novembre 2020 in uno studio realizzato dal think tank olandese Transnational Institute, il Centre Delàs d’Estudis per la Pau di Barcellona e il gruppo tedesco Stop Wapenhandel. Paradossalmente gli ultimi vent’anni, quelli dopo la caduta del muro di Berlino, sono stati particolarmente prolifici; ma se quello aveva lo scopo di impedire la fuga a chi abitava nel blocco orientale, i muri odierni servono ad impedire ad altri di entrare.
I muri contro i migranti nel mondo
Tra i muri contro l’immigrazione clandestina, il più noto è quello che separa gli Stati Uniti dal Messico. Ma quando si è scatenata la crisi migratoria in Europa è stata l’area Schengen, il più imponente muro virtuale al mondo, che ha voluto erigere barriere all’interno del suo territorio; e sono stati creati 1.000 chilometri di muri. Nella piccola enclave di Ceuta e Melilla, in Marocco, come in Ungheria, ci sono muri di filo spinato. Il muro costruito nel 2015 da Viktor Orbàn al confine tra Ungheria e Serbia si estende per 175 chilometri e ha un filo spinato alto quattro metri: progettato per “preservare le radici cristiane”, ha ispirato Slovenia, Austria, e Macedonia, che hanno fatto lo stesso ai loro confini. Anche la Bulgaria ha innalzato quasi 176 chilometri di recinzione di filo spinato lungo il confine con la Turchia.
Poi si sono mossi più a nord. Prima l’Estonia con i suoi 110 chilometri di barriera hi-tech lungo il confine con la Federazione russa, poi i 90 chilometri di filo spinato in costruzione alle frontiere lettoni e il “Muro europeo” voluto dall’Ucraina, infine la Lituania, con una barriera alta 2 metri che corre lungo 50 dei 130 chilometri di frontiera con l’enclave russa di Kaliningrad. Anche la Grecia ha completato la costruzione di una barriera di 40 km alla frontiera con la Turchia, con un nuovo sistema di sorveglianza: le forze di sicurezza greche sono state messe in allerta per impedire il ripetersi della crisi migratoria del 2015 quando quasi un milione di persone, principalmente dal Medio Oriente, varcarono il confine con la Turchia. Tanto che nel marzo 2020, agenti greci hanno anche sparato ai migranti che attraversavano il confine con la Turchia: un atto scioccante su un confine normalmente pacificato, dove non è consuetudine sparare. E non basta. Perchè la Turchia ha quasi terminato la costruzione di un muro lungo il confine con l’Iran: un muro che, come quello lungo il confine siriano e iracheno, è stato costruito principalmente per prevenire l’arrivo di migranti clandestini e la cui costruzione – più moduli, per una struttura lunga 295 chilometri, dotata di sensori a infrarossi – ha avuto un’accelerazione nelle ultime settimane sul versante iraniano, unica parte non completata, dopo il ritorno al potere dei talebani in Afghanistan. (AGI)
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