Buon lunedì ai lettori, riprende il campionato dopo la piccola delusione della nazionale, che rimane tuttavia sul podio col terzo posto nella Nation League.
Anticipi del sabato, con lo Spezia che torna alla vittoria. 3 punti pesantissimi per una resurrezione nel secondo tempo contro la Salernitana. Alla mezz’ora la traversa di Salcedo, poi gli uomini di Castori crescono e passano con una grande giocata di Simy prima dell’intervallo. I padroni di casa si ricompattano nella ripresa e trovano il pari con Strelec, servito splendidamente da Kovalenko. L’ex Atalanta si esalta poco dopo con un destro a giro da fuori area che non lascia scampo a Belec. Agli ospiti manca quasi totalmente l’arrembaggio finale, e la sconfitta si concretizza. Vittoria fondamentale (2-1) per Thiago Motta, arrivato a questa partita in piena emergenza. Moderatamente positivo l’esperimento del doppio riferimento centrale Djuric-Simy di Castori.
Secondo incontro all’Olimpico di Roma, Lazio e Inter si scontrano con obiettivi simili, non perdere terreno con le prime. Ed è la Lazio a centrare il bersaglio, dopo una partita combattuta. Ci si aspettava dello spettacolo e c’è stato, resta però il 3-1 della Lazio che si rialza dopo il ko di Bologna, mentre l’Inter incappa nella prima sconfitta del campionato, nonostante avesse condotto per 60 minuti. I nerazzurri lasciano il possesso alla formazione di Sarri, ma agiscono molto più da squadra, meritando l’1-0 iniziale di Perisic (su rigore). Poi il tocco di braccio, benchè involontario, di Bastoni ha permesso alla Lazio di rientrare in partita, con il rigore di Immobile, e da lì è nata un’altra gara. Felipe Anderson e Milinkovic-Savic hanno ribaltato tutto regalando ai biancocelesti il secondo big match di stagione dopo la vittoria sulla Roma di qualche settimana prima. Ma tante polemiche dopo il 2-1 e a fine partita, proprio per il gol di Felipe Anderson, arrivato dopo un contatto Immobile–Dimarco in cui il giocatore dell’Inter era rimasto a terra. Per l’arbitro Irrati era tutto regolare, inizialmente è proprio l’Inter che continua l’azione, ma poi recupera la Lazio e segna. Sarà oggetto di discussione, ma la verità è che proprio non si possono considerare parte dello spettacolo le due risse in campo.
A S.Siro contro il Verona arriva la 7a vittoria del Milan su 8 gare, un trend che risulta essere la miglior partenza di sempre nell’era dei tre punti per i rossoneri, e dire che in passato il Milan ha avuto squadre di infinita qualità. Ma anche quella di Pioli ha le sue armi ed è anche lei in lotta per i piani altissimi in questo campionato, al pari del Napoli che contro il Torino potrebbe fare 8 su 8. Il fatto è che il Milan riesce sempre (o quasi) a rimediare ai propri errori, e ad avere la forza per risollevarsi. Così è stato anche oggi, considerando che l’Hellas aveva dominato i primi 25 minuti andandp in doppio vantaggio prima con Caprari (7′) , poi si potrà discutere su un rigore forse non limpidissimo ma segnato da Barak, però c’è da dire che quel 0-2 alla fine del primo tempo era assolutamente meritato. Poi è bastata una fiamma per far partire la rimonta. Il ritorno al gol di Giroud che accorcia le distanze (59′) per esempio, o anche il ritorno in campo di Ibrahimovic, o ancora un Leao che quando vuole spacca in due le gare. Non sarà il Milan di Ancelotti, quello di Capello o Sacchi, ma è un Milan che il suo spartito lo suona comunque sempre, almeno finora. Se basterà per lo scudetto sarà il campionato a dircelo, ma i rossoneri ci proveranno fino alla fine. Partita che poteva terminare 2-2 senza troppi rimpianti per nessuna delle due, ma alla fine suona come una beffa per il Verona, che il gol del 3-2 l’ha segnato si, ma nella propria porta (Günter, 78′) e poi ha avuto comunque due palle per il pareggio. E la classica piccola che gioca bene, ma che spreca troppo. Quella di Juric era più quadrata, anche se bella da vedere. Quella di Tudor è bella sì, ma non può subire l’ennesima rimonta.
Il pranzo di domenica offre un Cagliari-Sampdoria in salsa salvezza, ovvero fieno da mettere in cascina per le fasi finali di un campionato che le vedrà, verosimilmente, impegnate per tenersi alla larga dalle zone rosse della bassa classifica. Ed è il nuovo Cagliari di Mazzarri che trova la prima vittoria in Serie A all’Unipol Domus, con il suo uomo copertina: Joao Pedro affonda la Sampdoria con una doppietta aprendo il match con un’incornata al 5’ e chiudendolo con un tap-in al 94’. In mezzo il gol di Caceres al 74’, con un tiro deviato da Thorsby, e il tentativo di rimonta proprio del norvegese all’82’. Nel finale espulsione di D’Aversa per proteste per un rigore non concesso a Caputo. Samp in crisi nera: un punto nelle ultime quattro.
L’Atalanta torna a essere la solita, solida e straripante, e lo fa al Castellani di Empoli. Nel contempo spedisce un messaggio molto chiaro al Manchester United, prossimo avversario in Champions a Old Trafford: in Toscana finisce 4-1 per la banda di Gasperini, in rete con una doppietta di Ilicic (non segnava da aprile e nel secondo tempo sbaglierà un rigore), autogol di Viti e Duvan Zapata, alla centesima marcatura in Serie A. Atalanta che balza a 14 punti, Empoli fermo a quota 9. Preoccupazione in casa orobica per i nuovi acciacchi muscolari di capitan Rafael Toloi, costretto a uscire al 39′. Stesso guaio al flessore per Romagnoli, uscito di scena nell’Empoli 3′ più tardi.
Al Friuli, l’Udinese strappa un pareggio, con le unghie e con i denti, contro un Bologna in superiorità numerica per quasi un’ora. Primo tempo abbastanza anonimo, poche emozioni e poche occasioni, con gli emiliani a farsi preferire con un paio di opportunità per il vantaggio: Silvestri para su un diagonale preciso di Barrow, poi sono Soriano e Svanberg a portare i pericoli verso la porta. Il match non si sblocca ma al 38′ Pereyra si prende il suo secondo giallo per una trattenuta ingenua su Theate , e lascia l’Udinese in 10 uomini. Nella ripresa gli ospiti premono e trovano il vantaggio con Barrow, su assist di Dominguez. I friulani sono però in partita nel secondo tempo e non mollano: nel finale Beto schiaccia in rete il colpo di testa che vale il definitivo 1-1 su una convulsa azione di mischia. Alla fine è un buon pareggio per i padroni di casa, mentre per gli uomini di Mihajlovic sono due punti persi.
Finisce 2-2 a Marassi tra Genoa e Sassuolo. Partita bellissima e vivace, ma alla fine arriva un pareggio che non accontenta nessuno, un punto che non rilancia in classifica le due compagini.
Ballardini schiera il tandem Destro-Pandev. Dionisi sceglie Scamacca che, sorretto da Raspadori, parte a dar la carica agli ospiti. L’ex Genoa prima va in gol su assist di Raspadori, ma la VAR annulla dopo 4 minuti di review. Poi trova la doppietta personale in 4 minuti, e i padroni di casa sembrano spaesati e impauriti. Ma la testa di Destro su assist di Fares riapre il match e risveglia i padroni di casa, l’attaccante genoano trova anche il gol del pareggio, ma la VAR annulla per offside. Nel finale di prima frazione Sirigu salva tutto sul bel diagonale di Djuricic con una parata stratosferica.
Fino all’arrivo al Napoli, nessuno sapeva raccontare favole su tale Victor Osimhen. Oggi tutti devono prendere atto che a volte, nel calcio, conta e rende di più la voglia di emergere, l’entusiasmo e la fiducia, del nome altisonante e del prezzo a 9 zeri. Così, il Napoli mette in campo la voglia di Osimhen e di tutti, e prosegue la propria frenetica corsa vincendo (1-0), anche se non senza una certa sofferenza, l’ottava partita in altrettante giornate di campionato: il colpo di testa dell’attaccante abbatte il Torino all’81’ e riporta i partenopei in vetta da soli, dopo il sorpasso momentaneo del Milan. Partita intensa e divertente, con tanti episodi da sottolineare. A partire dal rigore fallito da Insigne nel primo tempo, il terzo in questa stagione. I granata provano a incidere e nella ripresa vanno più volte vicini al gol con Brekalo, mentre dall’altra parte viene annullato un gol a Di Lorenzo per fuorigioco e Lozano colpisce il palo. Il bugiardo 0-0 si schioda dal tabellino dopo un’azione frenetica del Napoli, culminata con la spazzata di Lukic sulla schiena di Elmas: Osimhen si ritrova il pallone nelle vicinanze e di testa fa impazzire il Maradona.
E chiude la serata l’altro incontro di cartello, Juventus-Roma, che si danno battaglia all’Allianz di Torino. Alla fine è la squadra di Allegri a mettere in tasca i 3 punti, dopo 94 minuti intensi e non certo avari di emozioni in cui poteva accadere di tutto, fino al fischio finale. La Roma parte bene e mette in difficoltà una Juventus poco propositiva ma molto cinica, che riesce a chiudere in vantaggio il primo tempo : decisiva la rete al 16′ di Moise Kean, alla prima e unica occasione creata dai bianconeri nella prima metà di gara. Cross di De Sciglio, testa di Bentacur, carambola sulla fronte di Kean e pallone che finisce in rete. La Roma, che aveva approcciato meglio la partita, perde fiducia e crea poco dalle parti di Szczesny, con Abraham ben controllato dai difensori bianconeri. Al 44′ è però decisivo Szczesny, che para un calcio di rigore a Veretout con uno splendido tuffo. Nell’occasione contestazioni per l’arbitro da parte della Roma, che ha protestato a lungo per la mancata concessione del vantaggio, che avrebbe portato alla rete di Abraham. Altra tegola a metà tempo per la Roma, Zaniolo fuori per un problema muscolare, dentro El Shaarawy.
Ripresa, la Juve sfiora il raddoppio con Kean, poi un altro episodio da moviola: al 53′ scontro in area tra Chiellini e Pellegrini, il romanista resta dolorante a terra, l’arbitro fa proseguire dopo un check VAR. Juve più vivace, al 63′ Bernardeschi spedisce a lato dal limite, la Roma fatica a creare. Il primo vero tiro inporta arriva solo al 66′ con una conclusione a giro di Veretout, di poco a lato. Finale, palleggio sterile della Roma, difesa bianconera blindata e chiude tutti gli spazi: al triplice fischio Allegri esulta per la quarta vittoria consecutiva.
(La prodezza di Szczesny, che respinge in tuffo il tiro dal dischetto di Veretout, negando il pareggio alla Roma.)
E’ tutto per la giornata, fatto salvo il posticipo che lunedì vedrà di fronte alle 20,45 Venezia e Fiorentina.
Arrivederci al prossimo turno, in anticipo di venerdì due incontri: alle 18 Torino-Genoa, e alle 20,45 Sampdoria-Spezia.