L’impatto che si ha arrivando a Milano da fuori è spesso piuttosto deprimente. Ecco dove e quando si presenta in queste condizioni e cosa si può fare per migliorarla.
EFFETTO SQUALLOR: quando Milano può rivelarsi SCIATTA
# La città che sapeva meravigliare
Così Verga, il grandissimo scrittore siciliano, descriveva la città durante il suo soggiorno in una lettera ad un amico.
Come l’autore dei Malavoglia, tanti altri erano viaggiatori che giunti a Milano ne rimanevano estasiati dalla sua armoniosa e discreta bellezza. Certo, 150 anni di devastazioni urbanistiche e architettoniche perpetrate da servili architetti di regime e corrotti burocrati municipali non possono essere facilmente cancellate, sappiamo anche che i bombardamenti e la speculazione edilizia post bellica hanno lasciato cicatrici indelebili nel tessuto urbano.
# La città si presenta nella sua veste migliore solo a macchie di leopardo
Fatte le dovute premesse, non possiamo però aggrapparci ai disastri del passato per giustificare la sciatteria attuale. È vero che alcune zone sono state recuperate in maniera splendida e che molte altre sono oggetto di importantissimi interventi di recupero, ma Milano non è solo City life e Gae Aulenti, Brera o Navigli e nell’attesa di vedere gli scali ferroviari recuperati, le nuove terme in zona San Siro realizzate, il nuovo polo tecnologico di Rho fiera terminato. La città attualmente si presenta nella sua veste migliore a macchie di leopardo e l’impatto che si ha arrivandoci da fuori è spesso piuttosto deprimente.
Tornando da bellissime città europee ordinate, pulite e caratteristiche come Vienna, Zurigo e Monaco tra le tante, l’impatto con il capoluogo lombardo è sempre un po’ deprimente, molto meno di quanto non fosse negli anni ’80 e ’90 quando Milano era inguardabile, ma comunque l’effetto resta deludente. La stessa sensazione di fastidio si percepisce, forse amplificata, tornando da ridenti località di vacanza.
# Degrado, sciatteria, scarsa illuminazione e arredo urbano inesistente
Confrontandoci con megalopoli come Londra o Parigi o Lagos l’angoscia da rientro può risultare meno devastante essendo queste immense realtà urbane caratterizzate da orrende sterminate periferie, però entrando a Milano balza subito all’occhio l’enorme numero di auto parcheggiate in strada in maniera disordinata e invadente. Per non parlare degli orrendi grigi e anneriti cavalcavia o gli anonimi condomini con volumetrie spropositate che provocano un immediato senso di fastidio.
# Le soluzioni da attuare per rendere Milano vivibile in ogni angolo
Le soluzioni richiedono tempo e soldi, però un piano di parcheggi interrati per rimediare a questo disordine andrebbe pianificato, così come l’amministrazione comunale dovrebbe avere una chiara e precisa idea di arredo urbano. L’illuminazione andrebbe una volta per tutte ripensata per trasformarla anche in un fattore di valorizzazione, come avviene altrove nel mondo. Speriamo presto che tra qualche anno rientrare a Milano non ci faccia più sentire a disagio e che la nostra città sia bella, verde e vivibile in ogni angolo.
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