Il GaggenauDesignElementi di Milano ospita fino al 25 febbraio 2022 i quadri-scultura di Fulvio Morella sospesi tra astrazione e architettura, tra passato e futuro, tra materia e invisibilità, in occasione della mostra Pars Construens.
Curata da Sabino Maria Frassà, l’esposizione dà l’opportunità al visitatore di vedere e di toccare (con guanti monouso) le opere tratte dal ciclo Blind Wood in cui l’artista ha unito al legno tornito e al metallo la scrittura in braille. Il braille celebra quest’anno il suo bicentenario, ed è proprio questa scrittura, impiegata in modo ambivalente, il fulcro delle opere di Morella esposte: da un lato forma motivi decorativi, dall’altro è la chiave per comprendere e interpretare le forme delle opere, solo a prima vista astratte. Nulla di ciò che si ha di fronte è in realtà astratto, perché tutte le opere sono costruite sulle forme di celebri luoghi del passato re-impiegati e vissuti fino ai giorni d’oggi: dalla Piazza dell’Anfiteatro di Lucca all’Arena di Verona, alle rosse cupole di Palermo. Cambia invece il punto di vista (aereo o laterale) che mette in crisi il normale approccio visivo frontale alla realtà.
“Attraverso un caleidoscopico gioco di riflessi ed esperienze tattili, Morella impiega la storia dell’architettura e del braille per mostrarci l’attualità della riflessione del filosofo inglese Bacone che inventò l’espressione Pars Construens, scelta come titolo della mostra“, spiega il curatore Sabino Maria Frassà. ”Questi quadri-scultura ci permettono di comprendere come nella storia dell’umanità prevalga alla fine sempre l’aspetto propositivo e costruttivo, la pars construens, in grado di elaborare il passato e ciò che ci circonda per farne qualcosa di nuovo“. ”Le nostre città“, prosegue, ”sono il frutto di una stratificazione architettonica, di un’operazione secolare di assimilazione integrativa, che i più ignorano: dalle piante delle città di origine romana, alle chiese costruite sui templi pagani o su altre chiese precedenti, agli edifici costruiti con il materiale di quelli preesistenti. L’artista non si limita però a realizzare delle maquette di noti monumenti italiani: la storia dell’architettura è solo il pretesto, il punto di partenza per raccontare come ogni aspetto della nostra esistenza sia imperniato sulla pars construens. Per tale ragione la mostra presenta anche opere che raccontano un più profondo sincretismo esistenziale: il ’Cantami, o Musa’ che apre la mostra è una chiara ed esplicita invocazione a preservare e nutrirsi del passato. Allo stesso modo il ’Profumo di-Vino’ ci invita a riflettere sul relativismo etico esemplificato dall’evoluzione storica del profumo, da elemento di culto a simbolo della vanità. Infine l’opera Batea, omaggio a Dante nell’anniversario dei settecento anni dalla sua scomparsa, ci racconta di come anche la lingua italiana sia un magnifico percorso ininterrotto di assimilazione millenaria”.
“Parlare di futuro”, conclude l’artista. “significa parlare di un interminabile e inesorabile percorso di assimilazione accrescitiva della diversità in cui i limiti sono solo relativi e momentanei. Il genio umano riesce a rielaborare tutto e andare avanti”.
La mostra Pars Construens prosegue il percorso artistico dal titolo Extraordinario promosso da Gaggenau e CRAMUM nel 2021 per raccontare un futuro di materia, bellezza e progresso all’interno degli spazi GaggenauDesignElementi di Roma e Milano.
Orari: Da lunedì a venerdì dalle 10 alle 18.30. Visite aperte al pubblico e solo su appuntamento previo contatto email o telefonico:
E-mail: gaggenau@designelementi.it T. +39 02 29015250 (interno 4)
Immagine: Photo credits ©Francesca Piovesan – Courtesy Fulvio Morella, Gaggenau e Cramum